Le parole dell’ex centravanti dell’Inter, oggi presidente della Federcalcio camerunense, sullo spirito d’integrazione ed il sogno Mondiale
Grande uomo dentro e fuori dal campo, Samuel Eto’o. Il fuoriclasse ex Inter e Barcellona, oggi presidente della Federazione calcistica del Camerun, è diventato simbolo di unità ed integrazione tra i popoli. Il tutto per mezzo di quello che per molti è soltanto un gioco di corsa dietro ad un pallone, per altri molto ma molto di più. Così lo eleva ‘calciomercato.it‘.
In occasione della presentazione ufficiale dell’‘Integration Heroes Match’ a scopo benefico in programma il prossimo 23 maggio allo stadio ‘San Siro’, Eto’o ha dichiarato: “La mia vita è stata particolare, non mi è mai mancato nulla. Sono nato in un altro continente ma ho avuto la fortuna di vivere per lo più in realtà come quella spagnola o del resto d’Europa. Mi ritengo ambasciatore di questa importante iniziativa, affinché possa unire i popoli”.
“Non sono un politico ma uno uomo che vuole portare in alto i valori dello sport. Quando sono arrivato al vertice della Federcalcio ho chiesto che almeno il 50% dei collaboratori fossero donne. In Africa non siamo allo stesso passo dell’Europa: sono necessarie azioni per eliminare ogni forma di discriminazione di genere in ogni campo della vita”, aggiunge con orgoglio.
Poi rivela un retroscena curioso, quanto simpatico: “Puntiamo a vincere il prossimo Mondiale. Secondo me nello sport ci vuole un po’ di sana follia, vedi l’esempio dell’Inter. All’inizio del campionato nessuno ci dava per favoriti, poi abbiamo vinto la Champions League (nell’anno del ‘Triplete’, ndr) con un allenatore come Mourinho che ha creato un gruppo di guerrieri umili ma dediti al sacrificio. Ecco, io voglio creare qualcosa del genere”.
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