Inter, il difensore Milan Skriniar ha raccontato alcuni aneddoti riguardanti la sua carriera e il suo carattere
In vista della gara di questa sera allo stadio Giuseppe Meazza di Milano e valida per la terza giornata del girone C di Champions League tra Inter e Barcellona, il difensore nerazzurro Milan Skriniar è stato intervistato da Inter.it nella rubrica ‘Match day programme’.
Queste le sue prime dichiarazioni: “Ogni allenatore mi ha dato qualcosa, come i compagni che ho avuto. Credo che un ruolo importante l’abbia avuto il mister che mi ha provato per la prima volta nel ruolo di difensore centrale, perché prima giocavo a centrocampo, da bambino anche in attacco“.
Poi ha aggiunto: “La giusta mentalità, quella di non mollare anche se non va tutto come vuoi, è l’aspetto del mio carattere che più mi ha aiutato in carriera. Creo che la testa e la determinazione siano elementi imprescindibili. Da piccolo giocavo in attacco e il sogno di ogni bambino è sempre quello di segnare, di essere decisivo. Per questo motivo il mio idolo non poteva che essere Ronaldo il Fenomeno, lui era un giocatore decisivo e incredibile. Mi sono sempre ripetuto che le cose facili possono farle tutti, per questo bisogna avere il coraggio di provare quelle più difficili”.
Gli hanno domandato, qual è stata la partita che ricorda di più da quando veste la maglia nerazzurra e lui ha risposto: “Se chiudo gli occhi, la partita che ricordo con più emozione è l’esordio in Champions a San Siro contro il Tottenham, quando siamo entrati in campo ho provato una sensazione bellissima.
Poi c’è la prima marcatura nella competizione la rete contro lo Sheriff, nel match del 3 novembre 2021 chiuso 3-1. Il gol nasce su sviluppo di un corner c’è la pennellata di Brozovic, il colpo di testa di De Vrij, la respinta del portiere Athanasiadis e tanta determinazione nel ribattere per ben due volte in rete il gol del momentaneo 2-0. Tra i salvataggi in Champions tra i più importanti rimane quello contro lo Shakhtar Donetsk”.
Gli hanno chiesto a quale città è più legato e lui ha detto: “Sono molto legato alla città dove sono nato, Ziad nad Hronom, poi c’è Zilina dove ho cominciato a giocare a calcio come professionista e Milano, una città che mi ha accolto fin da subito facendomi sentire a casa”.
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