I nerazzurri sono stati impossibilitati a chiudere in estate per il centravanti belga, autore di un super avvio di stagione al fianco della formazione di Marco Rose
E’ un Lipsia in formato europeo quello potuto osservare in queste prime uscite stagionali: club capace di andare, addirittura, sopra 0-2 in mura esterne contro il Manchester City lo scorso martedì grazie alla splendida doppietta realizzata da Lois Openda. Doppietta che, malauguratamente, è servita ben poco ai tedeschi visto il risultato finale.
Il giovane centravanti belga, autore anche lui di un avvio da urlo con questa nuova maglia, ha già realizzato la bellezza di 14 reti e 3 assist in 18 gare disputate, sin qui, tra campionato e Champions League: competizione in cui il classe ’00 vanta già 4 marcature, una sola in meno rispetto a Erling Haaland, Rasmus Hojlund e Alvaro Morata.
Bisogna ritornare indietro soltanto di qualche mese di tempo per vedere un’Inter, ancor prima che Openda dicesse addio al Lens per poi prendere un volo con destinazione Lispia, interessarsi alla situazione del ragazzo. Calciatore che a godersi quest’oggi sono i tedeschi e per cui, in verità, i nerazzurri non hanno potuto far praticamente nulla per provare a chiudere.
C’è stato ben poco da fare in estate. Lo sa bene Beppe Marotta: dirigente che, più di tutti, avrebbe voluto far trasferire Lois Openda alla corte di Simone Inzaghi negli scorsi mesi e che, invece, è poi approdato al Lipsia. Società che non ha avuto particolari problemi nel sborsare in favore del Lens una cifra assai importante come quella richiesta dai francesi per il ragazzo.
Il classe ’00 si è, infatti, accasato alla squadra su cui siede attualmente in panchina il tecnico Marco Rose per una somma pari a 42 milioni di euro: cifra che ha, di fatto, reso Openda il calciatore più pagato nella storia del club tedesco. Questo per far capire che l’Inter, pur essendo particolarmente interessata al gioiellino belga, non ha potuto far altro che restare lì con le mani in mano.
Dispiace e di questo ne è consapevole anche Piero Ausilio, dirigente che al pari del suo collega Beppe Marotta sarebbe potuto arrivare a mettere in atto, in futuro, una mega e potenziale plusvalenza come quella che avrebbe potuto riservare lo stesso Openda. Come si suol dire però: ‘Addio sogni di gloria’.
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