Crescono i disagi negli organici delle squadre internazionali e con essi il disappunto dei tifosi per netto aumento del numero di impegni in calendario, anche l’Inter ne risente
Club e istituzioni non vanno spesso d’accordo. Del resto, alle spalle dell’organizzazione stagionale delle partite c’è una rete capillare di incastri volti a donare un senso di equilibrio generale nel tentativo di non penalizzare soprattutto quanti sono impegnati regolarmente nelle competizioni internazionali. Ma non sempre si trovano punti d’incontri favorevoli.
Anzi, come spesso accade, molti club sono costretti a subire una pressione costante data dal crescente numero di partite ufficiali da disputare l’una a ridosso dell’altra. In fazzoletti temporali anche piuttosto ristretti, come nel caso delle tre partite a settimana che anche l’Inter ha dovuto affrontare nel mezzo della fase a gironi di Champions League.
Stando ad un recente studio, lo scorso anno il 49% delle big internazionali ha giocato più di 50 partite a stagione. Di questi, poi, buona parte ha dovuto affrontare almeno 2 partite alla settimana e ha visto tra le proprie file un aumento dell’incidenza di infortuni da 4 a 25 ogni 1000 ore di gioco, con una probabilità del 64% di incappare in problemi muscolari, guai a ginocchia e caviglie, per un numero complessivo di 3000 infortuni di cui 679 soltanto in Serie A.
Dal prossimo anno poi crescerà anche il numero di partite da disputare in Champions League, da 125 a 189 partite complessive per via delle riforma strutturale. Ma non saranno esenti neppure il Mondiale del 2026 a 104 partite e il Mondiale per Club in 89 circostanze.
A subire questo andamento è anche l’Inter. Nel corso di questa stagione la formazione nerazzurra di Simone Inzaghi ha già disputato 17 partite di Serie A, 1 partita di Coppa Italia e 6 partite di Champions League. Nel mezzo gli uomini nerazzurri hanno subito diversi stop forzati per infortunio: risaltano Benjamin Pavard, Stefan de Vrij, Alessandro Bastoni, Denzel Dumfries, Federico Dimarco, Lautaro Martinez, Marko Arnautovic ed Alexis Sanchez. Praticamente quasi metà dell’organico a disposizione. Alcuni di questi sono ancora fermi ai box, mentre altri hanno dovuto sottostare ad un lungo processo di guarigione prima di fare rientro in campo. A dimostrazione anche del fatto che l’entità degli infortuni stagionali costringe i calciatori a fermarsi per almeno due settimane.
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