L’ex terzo portiere dell’Inter si è raccontato in una lunga intervista concessa davanti ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’
Vi ricordate Tommaso Berni? Ex estremo difensore dell’Inter rimasto a Milano dal 2014 al 2020 collezionando zero presenze e due cartellini rossi in sei stagioni. A scherzare su questo duplice episodio è stato infatti proprio il diretto interessato.
“Non male, vero? La prima espulsione la presi per difendere Lautaro. Era gennaio 2020 e giocavamo contro il Cagliari. Lauti venne massacrato di falli per 90 minuti, lui reagì e si beccò il rosso al 94’. Non potetti far altro che correre verso l’arbitro dicendogli: ‘Ma come, lo hanno assalito dal 1’ e lo cacci?’. La domenica dopo assistemmo entrambi al derby direttamente dalla tribuna” – ha spiegato. “Il secondo rosso invece lo presi contro il Parma, in pieno Covid. Lo stadio era completamente vuoto, non volava una mosca e mi scappò un ‘Porca t***a’. La regola che vigeva era questa: chi veniva espulso per una stupidata doveva pagare pegno, allora mi recai dal giudice di gara riferendogli queste parole in maniera scherzosa: ‘Dovrò spendere un sacco di soldi per colpa tua, quindi almeno offrimi da bere. E guardi che io bevo tanto eh'”.
Queste le dichiarazioni rilasciate in apertura dall’ex estremo difensore nerazzurro, volato a Milano nei giorni scorsi per assistere in prima persona alla festa Scudetto dell’Inter: “Mi sono recato a San Siro e sono passato dallo spogliatoio per salutare i ragazzi. Mi sarebbe piaciuto potermi fermare di più, ma dovevo tornare a fare umilmente il papà, è per questo che ora sono qui nel parchetto di Firenze coi miei due figli, rimasti precedentemente coi nonni per un pomeriggio intero”.
Da lì l’ammissione sul club meneghino: “Ho rosicato parecchio nel momento in cui sono andato via. Era il 2020 e sarei voluto restare almeno un altro anno. Si era creato un gruppo solido, c’era tutto per vincere. Fortunatamente sono sempre rimasto in contatto con i compagni più stretti. Penso a Ranocchia, che ho rivisto di recente, ma anche a Barella, Bastoni, Dimarco, Brozovic e Inzaghi, con cui ho giocato per cinque anni. È il miglior compagno che uno possa avere. L’avessi vinto io uno Scudetto del genere, sarei salito sul pullman per trainare tutti. Cosa faccio ora? Vivo a Ibiza, mia moglie lavora qui da 11 anni nell’ambito olistico e del curanderismo. Affitto barche, macchine, ville o appartamenti. Nonostante il trascorso avuto nel mondo del calcio non posso permettermi di campare di rendita ed è per questo che sto studiando per diventare capitano di yacht” – ha concluso.
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