Il botta e risposta tra Marotta e Conte ha fatto discutere parecchio nelle ultime ore: cosa c’è dietro e la strategia segreta
In Italia, lo scudetto non si gioca solo negli stadi con i campioni, le vittorie sporche e le scelte degli allenatori. No, serve anche qualcos’altro, quel mix tra esperienza, tenacia e mentalità che non tutti sono capaci di dare.
Giuseppe Marotta e Antonio Conte sono due maestri di trionfi in Serie A e l’hanno dimostrato in piazze diverse, segno che quel qualcosa in più, quando manca, lo mettono loro e chiedendo solo coppe in bacheca in cambio. Per questo, non sorprende se lo scontro scudetto tra Inter e Napoli si è spostato dal campo al microfono.
Prima sono arrivate le dichiarazioni del presidente nerazzurro, quelle che indicavano i partenopei come favoriti per lo scudetto, poi le reazioni. E non poteva mancare la risposta dell’allenatore pugliese che con toni piccati ha ripassato la palla all’accentratore dirigenziale dell’era Zhang-Oaktree: “Un giochino che fa sorridere”, l’ha definito. È una strategia comunicativa che conosce bene, segreta per molti, ma non per loro.
Il giochino, appunto, è far ricadere quel carico di pressione dei favoriti sui diretti avversari. Se ne guardano bene dal volerlo, perché poi battere i migliori dà autostima e consapevolezze: tutto di guadagnato, niente da perdere. Troppo difficile ripetersi per l’Inter, troppo complicato vincere per il Napoli dopo una stagione disastrosa: la strategia è fatta e forse paga davvero – la controprova l’abbiamo nella storia degli ultimi tre decenni.
Ma c’è anche un’arma, quella del gruppo. Marotta è la volpe che arriva all’uva: il migliore a stare vicino all’allenatore, creare l’habitat giusto per lavorare e vincere. L’ha fatto nei momenti più facili e in quelli più difficili, sempre con la carezza giusta. Conte rende l’istinto alla vittoria persecutorio e obbligatorio per tutti coloro che gli stanno attorno: impossibile non seguirlo e non essere devoti.
Ma da queste schermaglie, che fanno anche un po’ sorridere, potrebbe nascere anche uno sgambetto – più che altro un coup de theatre. Sì, perché Gian Piero Gasperini vuole spezzare il bipolarismo tanto sbandierato per lo scudetto 2024/25, senza mai guadagnarsi le prime pagine. L’Atalanta corre, convince, soprattutto continua a vincere. Ha alternative e consapevolezze tattiche che pochi in Europa maneggiano. Occhio a perdersi nelle magagne dialettiche da Governo e opposizione, perché poi contano i punti e i bergamaschi, in silenzio, possono farne più degli altri.
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