Inter e Milan hanno vinto entrambe nell’ultima giornata di Serie A, ma il momento di Inzaghi e Conceicao è molto diverso alla guida dei due club
Mai così diversi, mai così lontani. Inter e Milan si sono sfidate da poco nella finale di Supercoppa italiana, che i rossoneri sono riusciti a portare a casa con una rimonta rocambolesca e che non ha nascosto qualche difficoltà difensiva di troppo in casa nerazzurra. Ciò che è successo in Arabia Saudita e nel derby d’andata, però, non coincide per nulla con l’andamento di tutto il resto della stagione.
Gli uomini di Simone Inzaghi stanno proseguendo un ciclo vincente, in cui è arrivata la seconda stella, tanti trofei e anche una finale di Champions League, coppa sfiorata contro il Manchester City. Oggi i nerazzurri sono in piena lotta per lo scudetto, mentre il Milan continua a navigare a vista, con un piazzamento valido per la prossima Champions League per nulla vicino, un cambio in panchina e risultati parecchio altalenanti.
Anche contro il Parma, il pranzo della domenica del Diavolo è andato giù tra le montagne russe di isteria, errori e una rimonta sempre più legati ai nervi che a vere forze strutturali. I nuovi casi legati a Leao e Theo Hernandez, la lite a favor di telecamera tra Calabria e Conceicao e le divergenze legate alla partecipazione di parte della rosa al concerto di Lazza lasciano il segno e indicano che il gruppo forte del Milan ha necessità di altre componenti per vincere stabilmente.
La differenza è netta rispetto a quanto avviene sull’altra sponda di Milano. L’Inter ha basato proprio sulla compattezza del gruppo molta della sua forza, anche senza spendere sul calciomercato e con poche finanze a disposizione. I talenti vengono attesi e coccolati, hanno la possibilità di emergere protetti e con calma.
I leader nello spogliatoio non hanno mai atteggiamenti sopra le righe e sanno tenere le redini senza mai eccedere. Basti pensare a Lautaro Martinez, ma anche al bel gesto di Marcus Thuram che ha lasciato il rigore a Mehdi Taremi per permettergli di sbloccarsi. Insomma, anche quando si perde è più facile rialzarsi e avere chiaro il percorso e i nerazzurri lo sanno bene.
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