Il calciomercato di gennaio si è concluso ed è tempo di bilanci: Inter e Milan hanno avuto strategie opposte, ma c’è un grande rimpianto
Il derby è terminato con un pareggio che fa male un po’ a entrambe, ma nel complesso lascia l’amaro in bocca all’Inter per tutte le occasioni che ha prodotto, i legni colpiti e gli errori arbitrali. E anche per la differenza di forza complessiva che c’è tra le due squadre e palese fin da inizio stagione.
Ormai è già acqua passata, visto un calendario ricco di impegni e che ora vedrà i nerazzurri protagonisti contro la Fiorentina. Ed è passata anche un’altra sessione di calciomercato, quella di gennaio e, un po’ come nella scorsa estate, i nerazzurri per lunghi tratti sono rimasti a guardare. L’unica vera operazione in entrata conclusa dalla Beneamata è l’arrivo di Zalewski, che ha già prodotto buoni risultati, ma a fronte delle uscite di Palacios e Buchanan.
Per il Milan le cose sono andate in maniera molto diversa, visti gli arrivi folgoranti degli ultimi giorni di mercato, che hanno visto come punta di diamante l’acquisto di Santiago Gimenez. I nomi sono ormai noti, oltre al messicano: Joao Felix, Sottil e Bondo, niente male considerando anche che i rossoneri sono stati pure bravi a cedere.
In molti, anche solo guardando l’operazione con il Feyenoord, possono credere che la società di Milano abbia speso davvero tanto per rinforzarsi a gennaio. In effetti, considerando solo i costi dei cartellini, la cifra ammonta a quasi 37 milioni di euro, come riporta ‘Calcio e Finanza’.
In realtà nel complesso, tenendo conto anche di ingaggi, ammortamenti e plusvalenze/minusvalenze, il saldo è in negativo solo di due milioni e in prospettiva potrebbe essere ampiamente ripagato. La maggior parte degli acquisti effettuati dal Milan, infatti, hanno riguardato calciatori giovani e che potrebbero generare altro valore economico in futuro.
E l’Inter, per lunghi tratti, è rimasta a guardare. Inzaghi deve convivere con l’ambientamento complicato di Taremi, il rendimento inaffidabile di Arnautovic e Correa e un po’ di difficoltà a ruotarli. Avere un altro nome di primo piano in attacco, pronto a non far rimpiangere le possibili assenze di Lautaro e Thuram, sarebbe stato fondamentale in questa stagione. Esattamente come cedere chi non è più al centro del progetto e se ne andrà inevitabilmente.
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