A giugno l’avvicendamento in panchina dopo l’addio di Inzaghi. Nerazzurri avanti con lo stesso modulo: tirata in ballo la pigrizia dei calciatori
La pausa per le Nazionali poteva essere l’occasione per l’Inter di lavorare un po’ in gruppo, visto il ritiro precampionato necessariamente accorciato a causa della partecipazione al Mondiale per Club. Non fosse altro che ad Appiano Gentile agli ordini di mister Chivu sono rimasti appena una decina di calciatori della prima squadra. Dai portieri Sommer e Martinez, ai difensori Bisseck, Acerbi, Darmian e Carlos Augusto, passando per i mediani Diouf e Mkhitaryan ed il solo Bonny in attacco.
Alla ripresa del campionato di Serie A, oggi alle ore 18, l’Inter sarà di scena a Torino per il derby d’Italia contro la Juventus. Fra giorni ci sarà poi il debutto in Champions League, ancora in trasferta, contro l’Ajax in Olanda. Sembra assurdo dirlo ora che non siamo nemmeno a metà settembre, ma sono due sfide che potrebbe già indirizzare la stagione dei nerazzurri. Perché il brutto passo falso contro l’Udinese a fine agosto ha fatto sorgere tanti dubbi.
Il primo a finire sul banco degli imputati, come sempre, sarà l’allenatore. Cristian Chivu è un quasi esordiente in Serie A, viste le appena tredici panchine con il Parma prima della chiamata di Marotta. Nelle prime due uscite la sua Inter è parsa molto simile a quella del suo predecessore Simone Inzaghi: “Sperare che con il 3-5-2 si possano replicare le prestazione degli ultimi anni è un’illusione” avverte Franco Ordine ai microfoni di ‘radio napoli centrale’.
Serve un nuovo spartito, ma il tema è se Lautaro Martinez e compagni siano disposti ad accettare questa metamorfosi: “Chivu deve dare la propria identità a questa squadra, ma nelle prime partite mi è parso che non ci sia la volontà di recepirla da parte dei calciatori – prosegue il giornalista sportivo e tifoso milanista – Il punto cruciale sta nella pigrizia dei giocatori nell’accettare il cambiamento”.
Infine una battuta sulla lotta per lo scudetto e la zona Champions, con due big avvantaggiate dal non dover giocare le coppe europee: “Per Milan e Lazio dipenderà tutto dal fatto che Allegri e Sarri riusciranno o meno a tirare fuori il massimo rendimento. I rossoneri hanno cambiato molto, ma non a sufficienza da poter contendere il titolo a Napoli ed Inter, perché se prima era carente in difesa, adesso la situazione è addirittura peggiorata” conclude Ordine.
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