INTER MAZZARRI / MILANO – Le dichiarazioni inopportune di Moratti sul futuro di Mazzarri, “il calcio è pragmatico, dipende dai risultati e dai miglioramenti. Conta solo la prossima partita, ma finché c’è il progetto di crescita va bene. Se invece la situazione dovesse decrescere, allora lo vedrei nei guai”, hanno dato fastidio a Thohir ma non scalfito le sue certezze sul tecnico, la cui posizione resta solida a dispetto delle parole usate e della volontà dall’ex patron nerazzurro, che ormai all’Inter conta come un due di picche. Inter che in tutti questi anni mai è stata così unita (altro che spaccata!, come dice la stampa italiana), mai avuto una vera società vicina al proprio allenatore, in particolare nelle situazioni e momenti assai delicati come questo di adesso. Mazzarri ha un contratto fino al 2016, prolungato lo scorso luglio, e un programma da portare avanti: inviso ai tifosi, che ormai lo fischiano solo per il gusto di farlo – forse in preda a un morattismo acuto – inviso ad alcuni soci, che ieri nel CdA hanno manifestato dei dubbi circa l’adeguatezza del sanvincenzino. Poco importa, Thohir va dritto per la sua strada (può darsi sbagliata, ma se ci crede è giusto che la percorra e la difenda). Nonostante Moratti, ruffiani della corte andata e le vedove isteriche della sua gestione.
Raffaele Amato
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