“Il calcio cambia? Non si possono confrontare periodi, giocatori e generazioni, penso non sia giusto. È facile dire che il calcio di adesso è più veloce, che i giocatori di adesso giocano di più e hanno meno tempo di riposare, è tutto vero. Ma la verità, è che adesso disponiamo anche di palloni più leggeri, di scarpini incredibili e di sessioni di allenamento molto più scientifiche, oltre che di club specializzati nell’accelerare il processo di recupero e di prevenzione degli infortuni. È giusto seguire l’evoluzione delle cose, ma il passato va sempre rispettato“.
Per il 2016, in lizza per il premio ci sono Zidane, Ranieri e Santos, ct del Portogallo vincitore degli Europei: “Credo che tutti e tre meriterebbero di vincere, perché hanno fatto cose importanti. Ranieri ha fatto un miracolo col Leicester, Fernando ha regalato un sogno al Portogallo e Zidane ha vinto la Champions League. Una top 11 dei miei giocatori? È una risposta che mi rifiuto di dare, non risponderò mai a questa domanda. Ci sono tantissimi giocatori che per me hanno dato tutto, come posso citarne alcuni e dimenticarne altri? Vitor Baia, Petr Cech, Julio Cesar… come posso sceglierne solo uno? Jorge Costa, Ricardo Carvalho, Marco Materazzi, Lucio, Walter Samuel, John Terry… come posso sceglierne uno? Michael Essien, Wesley Sneijder, Nemanja Matic, Costinha, Maniche, Xabi Alonso, Frank Lampard… come posso sceglierne uno? Non risponderò mai a questa domanda, non posso, perché io non dimenticherò mai i miei fratelli in armi“.
A.C.
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