INTER PARLA THOHIR / MILANO – Nel corso di un’intervista concessa a ‘Sky Sport’, il nuovo proprietario dell’Inter Erik Thohir ha raccontato la sua storia: “Mio padre nel 1968 lavorava per Astra e l’ha resa una delle aziende più importanti dell’Indonesia. Poi negli anni 80 ha fondato il Gruppo Thohir, all’inizio nelle miniere di carbone, poi nella ristorazione. Negli anni 90 mio fratello è tornato dagli Stati Uniti e rappresenta la famiglia all’estro. Desideravo investire nei media, mio padre e mio fratello erano dubbiosi. Abbiamo riportato ‘Republika’ in salute e ora è anche online. Poi volevo una radio, una tv e così via. Lo sport è venuto dopo con l’acquisto di una squadra di basket, che era in condizioni difficili e ora è tra le più forti in Indonesia”.
MORATTI – “Ad oggi non ho ancora parlato con lui e con Mazzarri del futuro. Non li ho neppure incontrati. Con Mazzarri ci siamo solo presentati. Il proprietario e il management devono lavorare insieme, non abbiamoa ncora fatto una riunione né definito il programma per i prossimi anni. Non ho mai detto nulla. Mazzarri è eccellente, così come il lavoro di Moratti. Ovviamente ho delle opinioni personali, e per questo ho pensato che la squadra avrebbe bisogno di giocatori sulle fasce, visto che abbiamo solo Jonathan, Nagatomo e Pereira. Immaginate cosa succederebbe se si infortunasse qualcuno. Dovremo comunque trovarci d’accordo tutti, maggioranza o non. Dovremo sederci attorno ad un tavolo e trovare le soluzioni e vincere nei prossimi 3-5 anni”.
INVESTIMENTI – “C’è sempre la giusta via di mezzo tra comprare e investire. Le cose magari possono andare male e poi bene, per questo l’importante è dare un’impronta. Il settore giovanile deve essere forte. La squadra deve avere anche un buon equilibrio: i giocatori devono essere funzionali alla squadra”.
INTER – “La Serie A si guarda in Indonesia da tanti anni. La Premier ora è più seguita, ma il campionato italiano può riprendersi. Non conosco l’Inter così profondamente ma di sicuro riconosco la maggior parte dei suoi giocatori. E’ facile nominare il trio tedesco, Baggio o Ronaldo, ma ricordo anche altri giocatori. Ricordo Ventola perchè era una giovane star, poi si è infortunato ma ha aiutato l’Inter. Giocatori come Salvatore Fresi la gente li dimentica, ma io li ricordo. Martins era la seconda scelta o la terza, ma anche lui ha aiutato l’Inter. Rispetto tutti i giocatori, perchè hanno aiutato il club anche se magari solo con un gol. Non possono esserci solo superstar in una squadra: devono esserci calciatori tra le stelle”.
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