L’attuale presidente nerazzurro vanta un ricco portfolio di grosse operazioni di mercato, specie in uscita. Fu jackpot nel luglio 2020
Sebbene stia ricoprendo una nuova posizione all’interno delle gerarchie societarie dell’Inter, il presidente Giuseppe Marotta continua a lasciare il proprio segno distintivo sul mercato.
Questo perché anche il suo più stretto collaboratore, nonché direttore sportivo del club nerazzurro, Piero Ausilio, adotta le medesime strategie di base. Parliamo di acquisti a basso impatto sulle finanze societarie, colpi a costo zero da poter sfruttare fino in fondo ed operazioni in uscita che nel corso del tempo hanno generato parecchie plusvalenze.
Senza neppure il bisogno di addentrarsi nelle congetture che hanno permesso alla Juventus di generare ben oltre 300 milioni di euro di utili, è sufficiente analizzare quanto di buono Marotta abbia fatto a partire dal 2018 – anno di arrivo all’Inter – per comprenderne l’immenso valore manageriale.
Fra le cessioni record da annoverare non può che esserci quella di Romelu Lukaku, prelevato per 74 milioni nel 2019 e rivenduto al Chelsea per 115 milioni due stagioni dopo. Così come valso anche per Achraf Hakimi nel medesimo frangente temporale, ceduto al PSG per 68 milioni di euro nel 2021 con una plusvalenza di 28 milioni.
Coi colleghi parigini, poi, è stata intrattenuta un’altra importante trattativa. Quella che ha portato lontano da Milano l’ex attaccante e capitano nerazzurro, Mauro Icardi.
Icardi, la rottura con l’Inter e la maxi plusvalenza: una giocata alla Marotta
La cessione di Icardi al PSG rientra all’interno del gruppo delle cinque cessioni più remunerative della storia nerazzurra, nonché la prima assoluta dell’era Marotta all’Inter.
Il tutto grazie a quei 50 milioni di euro che l’ex direttore sportivo riuscì a ricavare nel luglio 2020 dal PSG a seguito dell’accordo di prestito con diritto di riscatto raggiunto nel settembre dell’anno precedente con la controparte.
L’attaccante argentino, infatti, non rientrava più nel progetto tecnico del neo arrivato Antonio Conte e le troppe pressioni mediatiche relative alla sfera privata resero necessario un cambiamento drastico.
Rifiutate destinazioni italiane del calibro di Roma, Napoli e Juventus, Icardi fece i bagagli per Parigi. Per l’Inter fu un bene, non soltanto per motivazioni legate all’ambiente e lo spogliatoio.
Il calciatore pesava davvero poco sui bilanci societari, perché quei 13 milioni di euro spesi al momento del suo acquisto nel 2013 dalla vecchia proprietà Moratti furono tutti ben ammortizzati negli anni successivi. Praticamente, fu quasi tutta plusvalenza. L’ennesimo, brillante affare marottiano.