Ganz: “La Samp sicuramente andrà a fare la partita a Milano”

Maurizio Ganz
Maurizio Ganz

 

INTER GANZ INTERVISTA / MILANO –Domani sera, ci sarà Inter- Sampdoria al Meazza e chi se non uno, come Maurizio Ganz, che quelle maglie le ha indossate, poteva parlare di questa partita. Giustamente sampdorianews.net ha pensato bene di intervistare l’ex puntero delle due squadre, per avere un parere e un pronostico dal giocatore sull’incontro.
La prima domada, riguarda il fatto che la Sampdoria è terza e l’Inter ottava, quindi chi è, che deve temere di più l’avversaria e questa è stata la risposta di Maurizio: “Sicuramente sarà una partita difficile, la classifica però non deve ingannare, l’Inter si ritroverà. La Samp, insieme all’Udinese, sta facendo un campionato straordinario, e il merito è sicuramente per gran parte di Sinisa, che ha veramente in mano lo spogliatioio, la squadra lo segue e si vedono i risultati”.
A inizio campionato, Ganz aveva detto che il terzo posto se lo sarebbero giocato in tanti e glielo ricordano e lui: “E lo confermo. Inter, Milan e Fiorentina forse sulla carta hanno rosa più completa, ma solo sulla carta. L’Udinese sta facendo bene, e da Friulano sono contento, la Samp sta facendo cose straordinarie, la Lazio sta crescendo… Insomma, tolte Juve e Roma, che faranno un campionato a parte, per il terzo posto vedo parecchie squadre“.
Si fa notare,la vittoria stentata a Cesena dell’Inter e lui risponde: “Sai, quando le grandi vanno a giocare in provincia, incontrano sempre difficoltà. Anche il Milan, con l’Empoli per esempio, aveva faticato. Per l’Inter conta soprattutto vincere in questo momento, e poi secondo me riuscirà a trovare la continuità necessaria. C’è da dire che ormai non solo comunque le realtà di provincia si chiudono dietro la linea della palla, ma anche le squadre più forti lo fanno. Non c’è più il ‘calcio champagne‘ di qualche tempo fa, e questo è uno dei motivi della crisi del nostro calcio”.
Naturalmente, si parla anche del bel calcio offensivo di Mihajlovic e se l’ex centravanti abbia avuto modo di vedere da vicino, il lavoro del mister blucerchiato e questo è quello che ha detto in  merito: “Si, la Samp attacca sempre e cerca di fare un calcio propositivo, non un calcio difensivo. Me ne sono reso conto già in Coppa Italia contro il Como: i lombardi hanno avuto almeno un paio di occasioni per fare gol ai blucerchiati, e questo perchè il Doria è una squadra che non rinuncia mai a giocare”.
Gli si chiede, se nella partita di domani, la squadra genovese proverà a imporre il suo gioco e non limitarsi a difendersi e questa è stata la sua opinione: “”La Samp sicuramente andrà a fare la partita a Milano. Il terzo posto è meritato, ha avuto grande continuità, per cui credo che se la andrà a giocare. D’altra parte, che cosa ha da perdere? Se va bene, vinci a San Siro, in caso contrario, beh hai perso contro l’Inter. Sinisa lo conosco bene, è un amico, e la sua è una mentalità vincente, lui va a giocare per vincere in tutti i campi. Non andrà al Meazza per prendere un punto, poi ovvio se maturerà non sarà affatto da buttar via, ma conoscendolo proverà a portar via tutta la posta in palio”.
Le ultime due domande riguardano le esperienze passate con Sampdoria e Inter. In primis l’inizio della sua carriera in blucerchiato e i suoi ricordi in merito: “La Samp mi ha dato tutto, mi ha fatto crescere e maturare e Boskov mi ha fatto anche esordire. Dopo due anni di Allievi, due di Primavera e uno di Prima squadra avevano deciso di lasciarmi andare, a Genova ero chiuso da Vialli e Mancini, e mi cedettero per farmi esplodere con altri club. Credo sia stato un orgoglio mio e della società aver dimostrato con il tempo che i blucerchiati non si erano sbagliati, quando mi avevano preso. E poi contro la Samp ho sempre disputato delle belle prestazioni, mi ricordo anche una doppietta ai tempi dell’Inter. Come dico sempre, mi è dispiaciuto solo di non essere mai riuscito a tornare”.
Dopo aver parlato del suo inizio nella Sampdoria si va a parlare del soprannome che i tifosi nerazzurri coniarono per lui: “el segna semper lu” e lui orgogliosamente risponde: “Quello è un coro che mi rimarrà dentro per sempre. Ricordo la partita con l’Anderlecht, feci doppietta e portai la squadra ai quarti. A quel punto dalla Curva Nord partì quel coro, ancora adesso si sente a volte riferito a qualche altro giocatore, ma è davvero una soddisfazione che sia nato per me. Tutt’ora, quando mi fermano per la strada, spesso non mi salutano come Ganz ma come ‘El segna semper lu‘.”

Luigi De-Stefani

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