Contro l’esonero di Mazzarri

Walter Mazzarri
Walter Mazzarri

ANALISI INTER / MILANO –  Siccome Mazzarri si attacca spesso ai numeri per sostenere le proprie tesi, vogliamo snocciolare quelli parziali e riferibili al suo secondo anno sulla panchina dell’Inter. Tralasciando il girone di Europa League, dove finora ha collezionato sette punti (senza mai convincere… e perdere) non subendo gol, finora in campionato ha già incassato tre pesanti sconfitte (con Cagliari e Parma, affrontate nel momento in cui occupavano l’ultima posizione in classifica) e preso 12 reti, solo uno in meno rispetto alle prime dieci della passata stagione. Segno che l’organizzazione di squadra, nella fattispecie la fase difensiva, non abbia subito l’evoluzione sperata, o comunque quella che permetterebbe il tanto invocato salto di qualità.

Basterebbero questi dati per fomentare la tesi dell’esonero, che invece si può continuare – ostinatamente – a obiettare per alcune ragioni: la prima, per una società così importante ma in gravi difficoltà economiche, il 7 novembre dovrà presentarsi dinanzi all’Uefa con l’obiettivo di scongiurare sanzioni pecuniarie e sportive a proprio svantaggio, sarebbe assurdo esonerare il proprio allenatore a inizio novembre dopo avergli fatto firmare il rinnovo fino al 2016 lo scorso luglio, in forza di uno stipendio (circa 8 lordi) da gestione Moratti.

La seconda, la squadra ha carenze strutturali (perché è stata costruita male (e gioca peggio: a proposito, dove sono quelli che in estate elogiavano a spada tratta il ds Ausilio?), quindi difficilmente – ragionando sul breve invece è facile prevedere uno scatto d’orgoglio dopo il cambio di guida tecnica – un altro allenatore riuscirebbe a farla giocare bene e ad insegnare fondamentali a certi giocatori (e sono tanti) che in condizioni normali non farebbero nemmeno le riserve dell’Inter.

La terza, tolto Mancini (ideale per la costruzione dalle macerie, ma ormai fuori dai parametri nerazzurri) in giro (e disponibili) non ci sono ‘luminari’ del calcio, o per dirla terra-terra allenatori migliori del toscano, che ha già dimostrato più di una volta di saper superare le avversità grazie alla sua esperienza nel gestire situazioni simili.

Quarta, la più importante: nella sua mediocrità la Serie A è molto equilibrata, in particolare per quanto riguarda la corsa al terzo posto: tante squadre racchiuse in pochissimi punti, col Napoli favorito. E dopo gli azzurri c’è l’Inter.

Inter, a meno quattro dalla Sampdoria (terza), che può sperare anche disputando un campionato con alti e bassi, tanto chi l’è davanti – eccezion fatta per Roma e Juventus che fanno annata a parte – non sta messa tanto meglio in quanto a gioco e continuità di risultati. E poi, lo diciamo per i numerosi interisti delusi, Mazzarri (il suo erede sarà meno ‘costoso’) è di certo destinato all’addio a fine stagione.

Raffaele Amato

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