Squalifica San Siro, ecco la decisione dell’Inter

Inter, nessun ricorso per squalifica ‘San Siro’

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Squalifica San Siro, nessun ricorso dell’Inter ©Getty Images

Squalifica San Siro, stando alle ultime indiscrezioni l’Inter ha deciso di non presentare alcun ricorso alla sentenza del giudice sportivo.

Squalifica San Siro, l’Inter non presenterà alcun ricorso alla sentenza del giudice sportivo in merito ai buu razzisti nei confronti di Koulibaly durante il big match col Napoli di mercoledì sera. A quanto pare il neo presidente nerazzurro Steven Zhang è rimasto assai colpito, in negativo, dall’accaduto e dal notevole impatto mediatico della serata che alla fine – perlomeno sul piano prettamente sportivo – è stata felice considerata la vittoria finale raggiunta allo scadere grazie al gol di Lautaro Martinez. Per le altre news sull’Inter CLICCA QUI.

Comunque al termine di una attenta e lunga riflessione, il club nerazzurro ha optato per non presentare nessun ricorso contro la chiusura di San Siro per due partite – quella di Coppa Italia col Benevento e di Serie A col Sassuolo – oltre a una terza con chiuso solo il 2° anello verde, dove stazionano gli ultrà interisti.

Per confermare, invece, la vicinanza a Koulibaly, nel pomeriggio di ieri è stato emesso un comunicato forte e duro contro il razzismo: “In relazione ai fatti accaduti durante la partita Inter-Napoli di ieri e alla conseguente decisione assunta dal giudice sportivo della Lega Nazionale di Serie A, il Club ribadisce che dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro. La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto“. Poi la dichiarazione è proseguita così: “Assieme alla nostra città noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro club. L’Inter è presente in 29 paesi del mondo, dalla Cambogia alla Colombia, dove oltre diecimila bambini sono coinvolti nel progetto Inter Campus, che ha l’obiettivo di restituire loro il diritto al gioco in contesti delicati, attività la cui importanza è stata riconosciuta anche dall’ONU. Da quando una notte di 110 anni fa i nostri fondatori hanno messo la firma su quello che sarebbe stato il nostro percorso, noi abbiamo detto no ad ogni forma discriminazione. Per questo ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi”.

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