Si chiude definitivamente il capitolo Calciopoli dopo 17 anni, la Juventus rinuncia al diritto di ricorso presso il Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza del 2016
La Juventus è stata investita per due volte nel corso della sua storia recente da avvenimenti che hanno profondamente turbato il sistema calcistico italiano.
Il primo avvenuto nell’arco della passata stagione con lo scandalo plusvalenze, premonitore del decadimento del vecchio Consiglio di Amministrazione ed il passaggio di consegne dalla gestione Agnelli a quella Ferrero; il secondo soltanto qualche settimana fa coi primi segnali di coinvolgimento da parte di Paul Pogba e Nicolò Fagioli in questioni legate a doping e calcioscommesse.
In totale affinità a quest’ultima vicenda, per la quale il giovane centrocampista bianconero dovrà scontare un’importante squalifica ed aderire ad un programma di riabilitazione, il club della ‘Vecchia Signora’ aveva già vissuto un momento buio della sua lunga vita: quello di Calciopoli.
Finisce il calvario Calciopoli dopo diciassette anni, la Juventus rinuncia al riscorso
Una sequenza di eventi aveva portato alla revoca di due scudetti conquistati sul campo da vecchie bandiere bianconere e la clamorosa retrocessione in Serie B del 2006. Per ben diciassette anni la società si è quindi battuta nel tentativo di recuperare quantomeno un sostanziale risarcimento per danno economico subito, lanciando occhiate di sfida a Federcalcio e Inter.
Giunto nel 2016 l’esito da parte del Tar di non concedere tale richiesta, il club si è poi mobilitato nella speranza di poter ridiscutere i termini a mezzo di un ricorso ufficiale al Consiglio di Stato. Eppure proprio lo scorso 13 ottobre la dirigenza ha diramato una nota con la quale si notificava di non voler più ricorrere all’udienza straordinaria, in programma questa mattina. Tale rinuncia, firmata dallo stesso presidente Gianluca Ferrero, chiude dunque il capitolo Calciopoli in via definitiva.