E’ un’Inter diventata ormai dipendente del proprio Capitano, Inzaghi non può più fare a meno del suo vero trascinatore. Il ‘Toro’ taglia così un altro traguardo
Anche in una fredda notte come quella di ieri vissuta a Salisburgo c’è stato lo zampino del solito Lautaro Martinez: oramai vero e proprio uomo simbolo di quest’Inter.
Il Capitano nerazzurro, subentrato nei 22′ finali di gara, è riuscito a mettere il match sui giusti binari trasformando, di fatto, il rigore conquistato da Barella nella rete che ha poi valso lo 0-1 finale in favore dell’Inter. Non solo. L’argentino aveva già colto in precedenza il pieno legno della traversa su un colpo di testa deviato poco più in là da Schlager. Sinonimo che: che sia a gara in corso o dal primo minuto poco importa. Il ‘Toro’ di Bahia Blanca sta dimostrando di sapere perfettamente come fare la differenza.
Parla, infatti, la sua tabella di marcia con Lautaro Martinez già a quota 14 in stagione. Il tutto in appena 15 presenze. Spetterà ora a Simone Inzaghi gestirlo nella giusta maniera. Non per nulla, facendolo partire inizialmente dalla panchina, il tecnico piacentino ha optato per l’idea di concedere un po’ di fiato al proprio numero 10 che, una volta resosi conto della situazione non semplice che la propria squadra stava attraversando in quel determinato momento della gara, ha poi deciso di mettere subito le cose al proprio posto.
La sensazione avuta negli ultimi 20′ di gara è quella che, col proprio Capitano al loro fianco, i compagni di squadra dell’argentino si siano sentiti molto più sicuri di sé; Con una spinta in più a dire il vero. Un Lautaro, che ricordiamo, senza aver dato fin troppo nell’occhio, ha necessariamente voluto lasciare la fascia che solitamente spetta a lui sul braccio sinistro di Bastoni. Gesto che sta a testimoniare tutta la leadership del classe ’97: vero e proprio condottiero di questa squadra. Lo dicono anche i numeri.
Lautaro da record: l’argentino ha contribuito a 16 delle 32 reti segnate dall’Inter in stagione, la Uefa lo celebra così
Il dato che non può e non deve affatto passare inosservato è quello che Lautaro Martinez abbia contribuito a 16 delle 32 reti messe a sigillo dalla squadra di Simone Inzaghi in quest’avvio d’annata.
L’attuale numero 10 nerazzurro, infatti, grazie alle sue 14 reti e ai suoi 2 assist sta risultando l’uomo più decisivo, oltre che incisivo, di questa squadra: tant’è che anche la Uefa, tramite un post pubblicato sui propri canali social, ha reso omaggio al Campione del Mondo in carica per via dei propri numeri conseguiti in quest’avvio di stagione.
Altro dato che deve spingere a far riflettere è quello che Lautaro Martinez, perlomeno in quest’annata, non è il rigorista designato dal proprio allenatore: tecnico che sta continuando a giocarsi la carta Calhanoglu dal dischetto. Cosa sta a significare? Che delle 14 reti messe a segno dal ‘Toro’ di Bahia Blanca soltanto due sono giunte grazie alla via del penalty. Gli altri 5 rigori, invece, sono stati ‘gentilmente concessi’ dall’argentino all’ex Milan. Marcature che, quindi, sarebbero potute essere ancor di più per il classe ’97.
Nel frattempo, col gol di ieri rifilato al Salisburgo, l’ex Racing Club è diventato (con 9 centri totali) il miglior marcatore in trasferta dell’Inter in Champions League superando Hernan Crespo fermo a quota 8.
This season…🐂😤#UCL pic.twitter.com/99IuHX05af
— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) November 9, 2023