Costruzione oculata delle risorse in campo negli ultimi anni da parte della dirigenza nerazzurra, ecco come l’Inter è rinata grazie ai parametri zero
L’Inter è una favola tutta da raccontare. Ricalca molto del passato, conservando quel piglio di tradizione che l’ha contraddistinta nel susseguirsi dei decenni, ma è anche una realtà in continua crescita per stare al passo coi tempi che corrono. Dal gioco semplice ed efficace sul campo, ad una ricerca minuziosa di sponsor e nuove infrastrutture al di fuori di esso. Questo è il momento di splendere, per il club nerazzurro, facendo quadrare tutti i conti. Anche sul mercato.
L’impegno della dirigenza nerazzurra negli ultimi anni, da quando si è insediato alla giuda dirigenziale Giuseppe Marotta, ha seguito una linea di pensiero ben precisa improntata alla sostenibilità economica. Quindi, tradotto in altri termini, al risparmio laddove possibile nel tentativo di ribassare i debiti societari. Salvaguardando però l’aspetto della competitività. Una sfida certamente difficile ma egregiamente completata. Lo dimostrano i risultati.
Ed è curioso come l’Inter sia uno dei pochi club a livello europeo ad esser riuscito a mettere in piedi una rosa simile senza contare su spese eccessive. Anzi, al contrario, queste sono state piuttosto limitate giocando soprattutto sui ricavi delle cessioni e degli introiti stagionali derivanti dalla partecipazione alle varie competizioni. Spesso, poi, Marotta e il resto dello staff dirigenziale hanno optato per operazioni di mercato a parametro zero. Rivelatesi poi il fiore all’occhiello di questa strategia.
Parametri zero in primo piano per l’Inter, i guizzi vincenti di Marotta&co negli anni nerazzurri
A partire dalla doppia cessione estiva di Romelu Lukaku al Chelsea e di Achraf Hakimi al PSG, l’Inter ha investito soltanto una piccola fetta delle sue risorse per portare in squadra nomi come Zinho Vanheusden e Denzel Dumfries.
L’acquisto più importante, però, si è rivelato essere Hakan Calhanoglu a parametro zero di provenienza Milan. Oggi il turco, infatti, è il pilastro della mediana nerazzurra. A seguire sono sopraggiunti Henrikh Mkhitaryan dalla Roma ed André Onana dall’Ajax. Altri due nomi di lusso che hanno caratterizzato i successi stagionali dell’Inter fino alla scorsa finale di Champions League giocata contro il Manchester City. Il portiere camerunese ha poi fruttato circa 58 milioni di euro nelle casse nerazzurre in seguito alla sua cessione al Manchester United. Mai come la scorsa estate, poi, la dirigenza si è data davvero da fare. Esborsi al minimo storico e ricavi in risalita, toccando profili come Marcus Thuram, Juan Cuadrado e il ritorno di Alexis Sanchez. Senza dimenticare neppure un’altro elemento di grande esperienza internazionale come Davy Klaassen. Insomma, una linea che funziona. Parametri zero sulla carta, parametri d’oro nella pratica.