A dieci giorni dalla finale di Champions, alcuni tifosi chiedono la testa dell’allenatore: per Inzaghi è troppo
Gli arabi si sono di nuovo fatti avanti, proponendo a Simone Inzaghi una ricchissima proposta di ingaggio. A quanto pare si sarebbe mosso in prima persona Fahad Bin Saad Bin Nafel, il presidente dell’Al-Hilal e figura chiave del calcio in area saudita. Inzaghi avrebbe già declinato l’offerta. Ciononostante, crescono i dubbi su una possibile permanenza del tecnico sulla panchina nerazzurra. Inzaghi potrebbe essere logorato dalle continue critiche e svilito dalla scarsa riconoscenza dei suoi meriti.
Anche sua moglie, dopo Inter-Lazio ha condiviso sui social alcune storie in cui giornalisti e tifosi sottolineavano l’ingratitudine verso un allenatore che ha aiutato l’Inter a conquistare sei trofei in quattro stagioni.
Inzaghi non è infallibile e non è perfetto. Ma bisogna riconoscergli la qualità di aver incassato critiche spesso gratuite e pretestuose. Chi vorrebbe la sua testa non si rende conto di criticare un valore importante se non fondamentale per la società e la squadra. Con il tecnico piacentino l’Inter ha ottenuto la migliore percentuale di vittorie nella storia del club. Ha conquistato due finali di Champions League in tre anni. Tutto ciò senza mai pretendere mercati da 100 o 200 milioni.
Si dimentica poi che ha quarantanove anni e che continuerà a crescere come uomo, come gestore e come tecnico. Perderlo potrebbe essere un errore. Dargli addosso per il pareggio contro la Lazio, dimenticando le colpe di giocatori, dirigenza e arbitri, è poco onesto e corretto.
Inzaghi è una furia: cos’è successo dopo Inter-Lazio
Il primo deluso è proprio Inzaghi. Lui, più di ogni tifoso, ha sofferto per come la squadra ha mancato l’occasione, lasciandosi rimontare con due ingenuità contro i biancocelesti. E, di fatti, tutte le ricostruzioni raccontano di un allenatore fuori di sé negli spogliatoi. La Repubblica ha riportato che dopo la partita, i dirigenti sono stati addirittura impegnati a placare l’ira del tecnico nerazzurro per circa un’ora, anche dopo che i giocatori hanno lasciato lo stadio.
Con chi ce l’aveva? Probabilmente, un po’ con tutti: con l’arbitro, con la VAR, con i suoi giocatori e con sé stesso. Durate la gara, Inzaghi è stato anche esplusco. Quindi contro il Como al Senigaglia ci sarò Massimiliano Farris. Per La Repubblica, i dirigenti nerazzurri erano furiosi tanto quanto Inzaghi a causa delle scelte arbitrali dell’ultimo periodo. E, così, per evitare a Inzaghi squalifiche peggiori, hanno deciso di non partecipare alla conferenza post partita e alle varie interviste di rito.
Libero cerca di andare più a fondo, raccontando che col triplice fischio di Inter-Lazio, dirigenti e allenatore si sarebbero barricati negli spogliatoi per un confronto: “Si sono protetti al chiuso di uno stanzino per oltre un’ora con l’obiettivo di ritrovare la calma e stabilire la linea comunicativa del club. Con i calciatori non c’è stato alcun confronto, almeno non nell’immediato post-partita“.
Per Libero, dunque, Inzaghi non era arrabbiato con i suoi giocatori. “Ci sarà tempo per affrontare il tema a mente fredda. Tra dirigenza e allenatore c’è invece stato un lungo confronto, Simone Inzaghi è rientrato furente negli spogliatoi e hanno dovuto placare la sua ira. Il disappunto del tecnico non era legato in particolare all’episodio di Bisseck quanto all’andamento degli ultimi mesi“. Tradotto: il mister era arrabbiato per le decisioni arbitrali che avrebbero penalizzato la sua squadra.
Magari, l’allenatore è incollerito anche con chi lo critica e con chi non lo protegge abbastanza. La tensione cresce, e parallelamente si saturano i sebatoi dell’amarezza. A fine stagione, stanco e deluso, Inzaghi potrebbe pensare a una nuova avventura?