Inter: altri derby, altro calcio

L'indimenticabile Peppino Prisco

INTER, STORIE DI DERBY 281ESIMO/MILANO – Domani sera andrà in scena il 281esimo derby di Milano. L’Inter e il Milan si affronteranno nella più classica delle sfide. Il fascino di questa partita è scritto nella storia, intrinseca di mille emozioni, di gol fatti e sbagliati, di colpi di scena ed espulsioni. La storia del derby l’han fatta sicuramente i personaggi più particolari, i calciatori, i più bravi o i semplici gregari. L’han fatta i presidenti, da Angelo Moratti a Felice Riva, passando a quelli attuali. La famiglia Moratti, col sangue nerazzurro nelle vene, a quella Berlusconi, più interessata all’apparire che all’essere, ma comunque investirice nel corso degli anni di tanti e tanti milioni. Inter e Milan sono state vincenti nel passato, lo sono state fino a un paio d’anni fa. “Ma il derby è sempre il derby”. E non è una frase fatta. Dai protagonisti sul campo a quelli dietro una scrivania. Per ricordare il tifoso interista per eccellenza. Che è stato, e che lo sarà per sempre. Peppino Prisco. L’immagine di un club, innamorato pazzo della sua squadra oltre ogni limite. Famosi e divertenti i suoi sfottò ai cugini rossoneri, “A Milano ci sono due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter“, una delle battute (ma lui le pensava veramente queste cose) più irriverenti. Senza peli sulla lingua, l’avvocato. Quello vero! Che dava un tocco magico di originalità a questa sfida, quella leggerezza sparita nel calcio di oggi. Nel derby del 1998, era il 22 marzo, vinto dalla squadra di Simoni per 3-0, Prisco a fine partita rispose così a un giornalista che gli chiedeva un commento sul risultato finale, molto positivo per l’Inter: “Sì, sono contento. Credo che il tre a zero possa bastare…“. Come dire, “la partita è andata bene, ma al Milan avremmo dovuto segnare qualche altro gol”. Storia di un personaggio unico, mentre oggi tocca subirci le paternali fuori luogo e sempre scontate di un dirigente o di un altro. Erano altri tempi. Era un’altra Inter. Con un Fenomeno in più. Fenomeni di quel “genere” ora non ce ne sono né alla Pinetina né a Milanello, bisogna accontentarsi. Basta che sia derby.

 

Raffaele Amato

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