Inter, Amarcord nerazzurro: Nyers il ‘Grand Etienne’ che amava stupire

Nyers

AMARCORD INTER NYERS / Sesto appuntamento con la rubrica di Interlive.it ‘Amarcord nerazzurro’. Dopo Lennart Skoglund, era doveroso parlare di un altro giocatore che, come il biondo svedese, faceva del genio sul campo e della sregolatezza fuori il suo marchio di fabbrica: Istvan Nyers.

Inter, Nyers: il ‘Grand Etienne’ che amava stupire

Nasce il 25 marzo 1924 a Freyming-Merlebach, comune del dipartimento Mosella situato nella regione del Grand-Est della Francia, dopo che i suoi genitori si erano trasferiti dalla natia Ungheria. Sin da giovane cominciò subito a giocare a calcio e, dopo aver iniziato nel 1944 con lo Zugloi, l’anno successivo con il Kispest e infine nel 1946 dividendosi tra la Ujpest e il Viktoria Zizkov, arrivò allo Stade France nel 1946 dove giocò due stagioni. Il giovane calciatore arrivò all’Inter grazie alla segnalazione di un talent scout come Giulio Cappelli, ma nella formazione francese era allenato da un tecnico che anni dopo, sarebbe stato l’allenatore della Grande Inter: Helenio Herrera.

Il primo anno di Istvan, che a Milano divenne sin da subito ribattezzato Stefano o “Grand Etienne”, fu subito straordinario: 36 partite 26 reti capocannoniere del campionato davanti al suo compagno di squadra Amedeo Amadei con 22, secondo posto in campionato con 55 punti dietro al grandissimo Torino, che proprio dopo il pareggio a ‘San Siro’ per 0-0 andò incontro al suo tragico destino il 4 maggio 1949 a Superga. Di quel primo anno straordinario i tifosi nerazzurri ricorderanno sicuramente il derby del 16 ottobre 1948, vinto 2-0 grazie ai gol di Nyers e Lorenzi, il primo di una lunga serie per il “Grand Etienne” e il roccambolesco 4-4 nella gara di ritorno dove fu autore di una doppietta, mentre fu Benito Lorenzi a trovare il gol del pareggio. L’anno successivo nonostante i 30 gol in 36 partite non poté bissare la vittoria nella classifica cannonieri perché battuto dall’attaccante svedese del Milan Gunnar Nordahl, che con 35 gol lo superò nettamente. L’Inter quell’anno si dovette accontentare di un terzo posto dietro alla Juventus campione d’Italia e ai cugini rossoneri, ma si tolse una piccola soddisfazione nel derby del 6 novembre 1949. La squadra nerazzurra giocava in casa e davanti ai suoi tifosi, al termine del primo tempo era sotto 4-3. Candiani con una doppietta nei primi 7 minuti, quindi Nyers accorcia le distanze per i nerazzurri, ma Nordahl e poi Liedholm portano il Milan sul 4-1, ai due svedesi rossoneri rispondono Amadei e poi ancora Nyers su rigore accorciando nuovamente le distanze. Nella ripresa succede di tutto: sorpasso dell’Inter con Amadei e Lorenzi e sembra fatta ma Annovazzi non ci sta e pareggia, sarà ancora Amadei a segnare il gol vittoria ed eravamo solo al 64esimo minuto. Nel campionato 1950/51 l’Inter arrivò seconda a un solo punto dal Milan e anche quell’anno il “Grand Etienne” dovette accontentarsi del secondo posto nella classifica cannonieri nonostante i 31 gol segnati fu nuovamente Nordahl con 34 gol a superarlo così come il Milan vinse lo scudetto con un punto di vantaggio sui nerazzurri, uno scudetto che i tifosi rossoneri aspettavano da più di 40 anni.

Stefano Nyers in campo ha sempre avuto un rendimento perfetto, che lo hanno fatto amare fin da subito dai tifosi nerazzurri, ma fuori dal campo i suoi eccessi erano incredibili e spesso i suoi compagni di squadra se ne approfittavano come raccontava anni fa Sergio Brighenti, riserva di lusso di quegli incredibili attaccanti. Queste le sue parole in un’intervista che rilasciò alla Gazzetta dello Sport: “I ricordi sono nitidi, erano i miei ventanni, capirete, ho tutto scolpito qui dentro. Era un esibizionista, nel senso che gli piaceva fare colpo sulla gente. La sua fama di calciatore non gli bastava, fuori del campo doveva stupire con uno stile di vita particolare. Agli allenamenti si presentava a bordo di auto americane. Le cambiava spesso, al pari delle fidanzate. Erano gli anni della ricostruzione, non è che ci fossero tanti ricchi in giro e la sua fama di tipo brillante si sparse in fretta nell’universo femminile. Ricordo che quando conosceva una tipa che non gli piaceva per liberarsene spediva me a dirle che lui si scusava ma non parlava bene l’italiano, non capiva…Naturalmente gli anziani del gruppo se ne approfittavano. Bastava chiamarlo “Grand Etienne” oppure “Enfant terrible” che lui si galvanizzava e al tavolo del poker si faceva pelare a causa dei suoi continui azzardi: doveva stupire, l’ho detto. Io gli dicevo che si faceva mettere in mezzo, che i vari Giacomazzi, Blason, Neri, Nesti, Fattori erano dei volponi alle prese con un agnellino… Ma lui niente, giocava e pagava, pagava e giocava. Anche a biliardo, anche fuori del nostro giro”.

Nel campionato 1951/52 segnò solo 23 reti e l’Inter si piazzò solo al terzo posto dietro a Juventus e Milan, ma nei due derby giocati quell’anno uno pareggiato 2-2 e l’altro perso per 2-1 segnò in entrambe le partite. L’avvento di Alfredo Foni regalò alla squadra nerazzurra due Scudetti ma, nonostante un attacco formato da Lorenzi, Skoglund e Nyers, i gol totali nel campionato 1952/53 furono solo 46 di cui 15 del nostro apolide. Anche i due derby furono avari di reti: dopo quegli scoppiettanti degli anni precedenti l’Inter vinse quello di andata in casa del Milan 1-0 grazie al gol di Lorenzi a 4 minuti dalla fine, mentre Nyers, di solito infallibile, sbagliò addirittura un rigore lui che ormai era considerato l’uomo dei derby, mentre il ritorno finì 0-0 lasciando per il primo anno il nostro attaccante a quota 0 gol nelle sfide stracittadine. Il campionato 1953/54 oltre che essere quello del secondo scudetto consecutivo, fu molto particolare per Nyers. Il calciatore era fuori rosa perché aveva chiesto un sensibile ritocco dell’ingaggio, anche a causa dei suoi eccessi, aumento che il presidente Masseroni non volle concedergli. Fu quello che allora era un semplice consigliere, ma negli anni successivi sarebbe diventato un’icona per i tifosi nerazzurri, anche se anziché i piedi su un campo di calcio usava la sua dialettica e le sue battute sagaci e velenose allo stesso tempo, per mandare in estasi i tifosi nerazzurri che ancora oggi, a quasi 16 anni dalla sua scomparsa ancora lo ricordano, a risolvere la situazione: l’avvocato Giuseppe Prisco. L’attaccante scese quindi in campo il 1 novembre 1953 proprio nel derby e si rifece con gli interessi dei due derby dell’anno precedente: vittoria nerazzurra per 3-0 e tripletta con il terzo gol segnato su rigore. Furono gli ultimi gol nel derby per Stefano Nyers, in totale furono 11, solo Meazza con 12 resta l’attaccante che ha segnato più gol nella stracittadina in nerazzurro.

Al termine di quella stagione e dopo aver vinto il secondo scudetto, l’attaccante decise di andare a giocare nella Roma ma questa è un’altra storia. Nei 6 anni in nerazzurro ha disputato 182 partite segnando 133 gol, settimo miglior attaccante della storia dell’Inter. Nel campionato italiano disputò 236 partite segnando 153 reti. Giocò anche 3 anni in serie B due nel Lecco dal 1958 al 1960 e il campionato successivo nel Valdagno. Nel gennaio 2005, mentre si trovava nella sua casa a Subotica, viene colpito da un’ictus dal quale non si riprenderà più e morirà due mesi dopo il 9 marzo, proprio il giorno del compleanno della squadra che maggiormente lo ha consacrato e pochi prima del suo 81esimo anno di età.

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