Carnevali: “L’uso delle plusvalenze a scopo bilancistico non appartiene al nostro tipo di gestione”

Inter, lunga intervista al dirigente del Sassuolo Giovanni Carnevali che ha parlato anche dei tre gioielli della formazione emiliana

Giovanni Carnevali, Ad del Sassuolo (Getty Images)

Lunga intervista da parte di Calcio & Finanza al manager del Sassuolo Giovanni Carnevali. Queste le sue prime dichiarazioni: “Il fenomeno delle plusvalenze da un lato è il sale del calcio: scopri un talento lo fai crescere e poi lo vendi intascando il valore aggiunto. L’uso delle plusvalenze a scopo bilancistico non appartiene al nostro tipo di gestione e non voglio entrarci. Ciò che posso dire è che la nostra storia segue un progetto preciso”. Naturalmente gli hanno chiesto subito del futuro di Raspadori, Scamacca e Frattesi, che si stanno mettendo in luce in campionato e ci sono le big in agguato e lui ha spiegato: “Lasciamo arrivare gennaio e poi valuteremo. Quel che posso dire che per la pandemia le operazioni sono molto più difficili di un tempo. La Juventus avrebbe terminato la trattativa per Locatelli in maniera molto più veloce in tempi normali, invece in estate abbiamo dovuto fare un gran lavoro”. Gli hanno chiesto, se si sarebbe aspettato che tre giocatori del Sassuolo potessero vincere il Campionato Europeo con la Nazionale italiana e lui ha risposto: “Ovviamente è stata una soddisfazione immensa. Ma il merito è esclusivamente loro e di tutta la Nazionale“. Gli hanno domandato un’opinione sulla Super Lega e lui ha spiegato: “Le dico francamente che non ne sapevo niente. Quel giorno mi sentii tradito da Inter, Milan e Juventus. Non puoi essere in Lega e trattare i problemi come se fossimo una entità unica, e poi sottotraccia brigare per creare una lega esclusiva per società super blasonate“.

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Gli hanno fatto notare che le due big spagnole e la big italiana non sembrano intenzionate ad abbandonare questa ipotesi e gli hanno chiesto se hanno delle possibilità di riuscirci e il Ceo del Sassuolo ha detto: “Non credo nei modi in cui l’avevano progettata. Per prima cosa deve esserci un sistema meritocratico, in modo da dare a tutti la possibilità di partecipare. Ma secondo me nel lungo periodo e magari sotto l’egida della Uefa e tenendo presente il merito sportivo si arriverà a qualcosa di simile. Il calcio europeo sta fronteggiando una grande crisi economica e teniamo conto che la Premier League sembra avere già spiccato il volo verso una sorta di Nba (il campionato professionistico USA di basket, ndr) del calcio. Qualcosa in futuro bisognerà modificare“.

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