D’Ambrosio: “Ho visto San Siro andare via per protesta e ora lo sento cantare il mio nome”

Inter, Danilo D’Ambrosio ha raccontato le sofferenze e le  gioie della sua lunga militanza con i colori del cielo e della notte 

‘La Gazzetta dello Sport’ ha intervistato Danilo D’Ambrosio. In questo lungo colloquio, il giocatore ha raccontato tutte le sofferenze e le gioie dei suoi anni in nerazzurro.

Danilo D’Ambrosio ©LaPresse

Gli hanno subito chiesto che cosa si aspetta da questo nuovo anno e lui ha risposto: “Crescita. Non ci accontentiamo anche se confermarsi è sempre più difficile di stupire. Puoi stupire una volta, ma per ripetersi serve qualcosa in più”.

Gli hanno domandato se la scorsa estate nella tempesta, riprendendo la parola usata dai tifosi nello striscione a Lukaku, si aspettava questo risultato a metà stagione e lui ha detto: “Tanti pensavano al peggio, ma nello spogliatoio eravamo molto più tranquilli rispetto a chi guardava da fuori. È arrivato un nuovo allenatore a dare idee senza togliere le basi dello scorso anno: il lavoro di tutti finora è stato egregio“.

Gli hanno fatto notare, che dopo tanti anni poco positivi e di sofferenze a Milano, finalmente delle meritate soddisfazioni e lui ha confermato: “Io, Handa e Ranocchia, che abbiamo visto il buio, apprezziamo di più proprio perché abbiamo vissuto sulla pelle certi momenti. Io ho visto San Siro andare via per protesta e ora lo sento cantare il mio nome: l’essere partiti da lì e arrivati qua è una felicità doppia”.

Gli hanno chiesto del suo auto palo che ha salvato l’Inter contro l’Empoli nella stagione 2018/19 e se, senza quel salvataggio in extremis, sarebbe successo tutto questo e lui ha dichiarato: “Centrare quella Champions ha permesso al club di fare gli investimenti che ci hanno portato qua. Dopo quell’azione, ma anche dopo il gol dell’anno prima nell’altra sfida da Champions contro la Lazio, ho visto un apprezzamento diverso di tutti i tifosi nei miei confronti”.

Gli hanno domandato se ormai devono guardare più loro stessi che gli avversari lui ha risposto: “È la matematica, ci prendono se sbagliamo noi… Ma Napoli, Atalanta e Milan staranno là fino alla fine. Adesso fa comodo metterci pressione, ma a lungo siamo stati noi a dover inseguire“.

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Gli hanno chiesto, quanto ha rischiato la scorsa estate di non rimanere in nerazzurro e lui ha detto: “Il mio contratto scadeva e, causa Covid, c’era incertezza attorno. Era indelicato pure parlare di rinnovo. In quel momento due club mi hanno fatto offerte importanti, ma io ho aspettato fino all’ultimo che l’Inter si rialzasse e ho scelto di abbassarmi l’ingaggio perché questi colori sono la mia priorità. Il mio sogno è chiudere la carriera qua”.

Gli hanno fatto notare che, dopo il suo gol contro l’Empoli, andò ad abbracciare Dumfries che in quel periodo era in difficoltà ma ora sembra rinato e quasi al livello di Hakimi e lui ha confermato: “Sia Achraf che Denzel hanno avuto difficoltà all’inizio, ma sono diversi loro e il modo in cui gioca l’Inter. La crescita, però, è simile”.

Gli hanno chiesto, se ha visto l’intervista di un suo ex compagno e lui ha risposto: “Chi, Jorginho?!? Scherzi a parte, su Romelu posso dire che ognuno è libero di dichiarare ciò che vuole e ogni parola ha sempre una conseguenza. Per noi ieri è passato e domani è futuro: conta solo il presente. Conta l’oggi, l’Inter di oggi”.

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