Correa ad un bivio senza uscita: flop o arma a sorpresa

La prima annata di Joaquin Correa all’Inter è stata certamente dimenticabile e potrebbe però essere il punto di ripartenza per una seconda chance. L’argentino è chiamato a non fallire 

Non c’è più modo e tempo per fallire per Joaquin Correa, attaccante argentino arrivato un anno fa  dalla Lazio per arrivare alla corte del suo mentore Simone Inzaghi anche all’Inter. La prima annata nella San Siro nerazzurra del fantasista albiceleste è stata però tutt’altro che da ricordare sia dal punto di vista strettamente numerico che delle prestazioni. Qualche acciacco fisico di troppo, poca incisività ed appena 6 reti con due assist in totale tra coppe e campionato.

Correa ©LaPresse

Un apporto quindi certamente inferiore ai circa 30 milioni di euro investiti dall’Inter su di lui per portarlo a Milano dalla Lazio. In carriera non è mai stato un goleador e non è certo la mancanza di reti a pesare in modo decisivo ed in maniera negativa sul giudizio della sua stagione. Quasi mai realmente efficace dal punto di vista delle prestazioni offerte, se non in vari casi isolati, ed una sofferenza nei confronti dell’aspra concorrenza piuttosto evidente. Sanchez infatti lo ha scalzato nel ruolo di terza scelta alle spalle di Dzeko e Lautaro Martinez, ma in vista della seconda annata nerazzurra qualcosa dovrà cambiare.

Inter, Correa è arrivato ad un bivio: la seconda stagione deve essere quella del riscatto

Joaquin Correa ©LaPresse 

Prima di tutto all’Inter è cambiato l’assetto dell’attacco col rientro di Lukaku che modifica completamente le gerarchie e pone il belga insieme a Lautaro come coppia titolare difficilmente scalzabile. Al netto della questione Dybala ancora aperta, andrà via Sanchez ma potrebbe partire anche uno tra lo stesso Correa e Dzeko. Qualora il ‘Tucu’ restasse non potrà più fallire, e seppur partendo dietro nelle gerarchie dovrà dimostrare di valere l’investimento fatto.

Il prossimo infatti sarà un anno senza margine d’errore sia per l’argentino che per il suo mentore Inzaghi: il primo dovrà essere incisivo, anche se con un ruolo diverso, mentre il secondo dovrà vincere lo scudetto. Correa con Lukaku e Lautaro, partirebbe più indietro ancora nelle gerarchie e rischia un minutaggio più basso, ma il lato positivo risiede nella possibilità di esprimersi con qualche pressione in meno che inevitabilmente ricadrà su sul belga e sul connazionale argentino. Poche chance ma buone per Correa che dovrà scegliere cosa essere da grande: un flop oppure un asso nella manica? 

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