Scenario clamoroso sulla passata operazione di mercato che aveva visto protagonista l’esterno offensivo del Milan, oggi tra i più preziosi sul mercato
Rafael Leao è oggi uno dei talenti indiscussi del nostro calcio. Uno per cui varrebbe certamente la pena spendere qualche milione in più sul mercato, assicurandosi un investimento destinato a raddoppiare il proprio valore nel corso degli anni a venire.
Il Milan, effettivamente, ci ha visto lungo. Anche grazie alla capacità di Paolo Maldini nel leggere le situazioni. Certo non tutti gli affari in cui ha messo mano l’ex difensore rossonero sono stati fruttuosi o hanno portato vantaggi a Casa Milan, vedi ad esempio Divock Origi e Charles De Ketelaere. Ma questo si. Tanto più con l’aggancio del rinnovo di contratto dell’esterno portoghese giusto in tempo, prima che il patron Gerry Cardinale alzasse bandiera bianca sull’operato del duo dirigenziale in cui figurava anche Ricky Massara.
Oggi Leao vale almeno 120 milioni, non un centesimo di meno. Il rinnovo ha garantito serenità nell’ambiente, scalzando il rischio di perderlo nel prossimo futuro a costi notevolmente ridotti o addirittura a parametro zero. Errore da matita rossa di un club poco attento, come non è il Milan.
Mercato choc, per Leao era fatta davvero: poi l’inversione di rotta
Eppure qualche anno fa i rossoneri hanno rischiato grosso. O meglio, non avrebbero mai potuto immaginare che lo stesso pupillo di oggi avrebbe potuto vestire maglia degli eterni rivali dell’Inter.
Ebbene sì, i nerazzurri avevano praticamente raggiunto un accordo per la firma di Leao di provenienza dal Lille. Il calciatore aveva acconsentito all’approdo in Serie A ma qualcosa – anzi qualcuno – avrebbe impedito che l’affare potesse concretizzarsi. “Era tutto fatto per pochi milioni. L’Inter lo aveva preso. Poi però l’allenatore di quegli anni aveva espresso il desiderio di avere un calciatore già pronto, non uno da far crescere“, ha dichiarato Fabrizio Biasin nel corso del suo intervento in diretta streaming su ‘TvPlay’. Svelato l’arcano.
Seppure non esplicitamente citato in giudizio, quell’allenatore era Antonio Conte. Di certo non l’ultimo arrivato sulla piazza, ma probabilmente aveva fatto le sue valutazioni sulla base di motivazioni consacrate. Leao avrebbe potuto rappresentare un peso verso l’ascesa dell’Inter in vetta alla classifica di Serie A. Oltre al fatto non meno importante che avrebbe dovuto adattarsi ad un modulo – come il 3-5-2 e variazioni affini – non propriamente consono alle sue qualità di gioco.