L’Inter non ‘svolta’ mai: spunta un dato preoccupante

Dalle sostituzioni ruolo-per-ruolo all’incapacità di sfruttare gli ultimi 15′ di gioco in proprio favore, l’Inter esce ‘traumatizzata’ 12 volte su 13 con un dato da vedere e rivedere ancora

Il treno dell’Inter in questo avvio di percorso in campionato ha dovuto arrestare improvvisamente la propria corsa contro il Sassuolo. La squadra di Dionisi ha privato la formazione nerazzurra del sogno di prolungare l’incredibile striscia consecutiva di vittorie fino a quel momento maturata, portando a casa tre punti importantissimi. E in quella circostanza, soprattutto nel corso del secondo tempo, è venuto a mancare qualcosa.

Inzaghi tra modulo fisso e incapacità di svoltare le partite nei minuti finali
Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter (LaPresse) – interlive.it

Qualcosa che si è rivisto in negativo anche nel secondo tempo dell’ultima sfida giocata dall’Inter sul terreno di gioco di San Siro contro il Bologna delle meraviglie di Thiago Motta. Una formazione certamente difficile da affrontare, ben strutturata e fortemente motivata. Eppure non ci sono stati soltanto meriti dei felsinei per aver riacciuffato gli avversari, ma anche demeriti dei nerazzurri nel non aver chiuso anzitempo la partita. A gravare sulla situazione c’è un dato legato alle sostituzioni che lascia intendere come l’impostazione tattica di Simone Inzaghi e quindi il modulo del 3-5-2 non lasci scampo a grossi stravolgimenti.

Nel 91% dei casi, infatti, il tecnico piacentino ha dovuto attuare delle sostituzioni ruolo-per-ruolo. Al posto in un attaccante con determinate caratteristiche, ad esempio, subentrava un attaccante con caratteristiche simili. E così via. Come nel caso degli avvicendamenti Thuram-Arnautovic oppure Barella-Frattesi, oltre che quelli ben più scontati come Dimarco-Carlos Augusto e Dumfries-Cuadrado-Darmian.

Se da un lato questo modus operandi dona inevitabilmente freschezza nel ruolo, dall’altro fossilizza la manovra nerazzurra in uno stile di gioco che perdura sempre allo stesso modo per tutti i novanta minuti. Senza ammettere la possibilità di fare variazioni che, soprattutto nei minuti finali di una partita in cui il punteggio è ancora in bilico, potrebbero letteralmente svoltarne in positivo l’andamento. Come nel caso di utilizzare un terzo attaccante, lasciando il reparto di centrocampo fermo in una linea di quattro uomini. Un rischio che Inzaghi oggi preferisce non correre per non incappare nell’esito opposto in caso di ripartenza improvvisa.

Dal modulo fisso all’incapacità di svoltare le partite, l’Inter sotto lente d’ingrandimento

Questo insieme di dettagli di gioco si traduce, ancora una volta, in un ulteriore dato tutt’altro che confortante. L’Inter non riesce a cambiare l’esito di partite ‘bloccate’ in situazioni di pareggio o svantaggio a partire dal 75′ minuto di gioco.

Inzaghi tra modulo fisso e incapacità di svoltare le partite nei minuti finali
Sostituire Thuram contro il Bologna è stata ‘scelta tecnica’ per Inzaghi (LaPresse) – interlive.it

Nelle tredici partite analizzate, infatti, i nerazzurri hanno perso 9 volte e pareggiato 3. Riuscendo a cambiare l’esito del match soltanto una volta. Troppo poco, per una squadra che ambisce al titolo e a ripetere il proprio percorso in Champions League. Per chi ha traguardi simili all’orizzonte, anche il rischio fa parte del gioco. Perché una squadra vincente deve fare di tutto per inseguire quella vittoria, quei tre punti. L’incapacità dell’Inter di ribaltare risultati sfavorevoli è un dato di fatto. E se mai dovesse cambiare, Inzaghi sarà costretto a sfruttare sempre lo stesso copione.

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