Stefan de Vrij è stato un ottimo sostituto, tenendoci a galla l’Inter in un momento difficile, ma Inzaghi forse rimpiange la lunga assenza
La sensazione è che con Francesco Acerbi in campo la difesa dell’Inter guadagni in ferocia, concentrazione e reattività. E ora c’è anche chi sostiene che l’Inter avrebbe già vinto lo Scudetto se avesse potuto contare di più sul quasi trentottenne (un classe ’88). La sua assenza, soprattutto a livello di leadership, è pesata molto. In tutto ha saltato 18 partite. Quindi è stato fuori quasi tre mesi: 76 giorni in tutto.
Per fortuna, è tornato meglio di prima e ha fatto vedere grandi cose contro il Bayern Monaco e poi contro il Barcellona, dove si è trasformato in eroe improbabile della rinascita nerazzurra… Attenzione, però: de Vrij quest’anno si è comportato benissimo: ha sempre fatto il suo e si è distinto con numeri di grande interesse durante la pesantissima assenza di Acerbi.
In termini assoluti, Acerbi è quel giocatore che per intensità e carattere può annullare qualsiasi tipo di avversario. Dà sicurezza a tutto il reparto, riesce a salire fino a centrocampo per aggredire gli attaccanti dell’altra squadra, per impostare o per palleggiare. Un mix unico di potenza in marcatura, atletismo, determinazione e capacità nervosa di reggere il reparto.
Stefan de Vrij, invece, è l’operaio affidabile, che garantirà sempre impegno e costanza. Anche lui bravo nel posizionarsi e nell’impostare e spesso decisivo di testa, sia in retroguardia che in attacco, ma più incerto in marcatura e meno carismatico del compagno di ruolo. In stagione, l’olandese è stato più preciso nei passaggi e più incisivo nel recupero di palloni.
Scudetto perso per colpa di Acerbi: cosa dicono i fatti
Non ha senso dire che l’Inter abbia pagato troppo l’assenza di Acerbi. L’Inter ha messo insieme più clean sheet con l’olandese in campo. La media dei goal subiti con de Vrij in campo è 0,73 a partita. Con Acerbi è di un goal a partita.
Allo stesso modo, la squadra è riuscita anche a sopportare la lunga assenza di Pavard: Bisseck, nonostante alcune ingenuità e alcune prestazioni viziate da errori evidenti, ha dato tanto. In termini di gioco, per i nerazzurri l’assenza più pesante quest’anno è stata quella di Calhanoglu: mai veramente in forma o capace di imporsi con il suo gioco.
Quanto al valore di Francesco Acerbi, parliamo da uno che vive il calcio da professionista da più di vent’anni e che ha dieci anni di esperienze in Europa. C’è chi se lo ricorderà per un’azione d’attacco al 93′ contro il Barcellona, ma i veri interisti conserveranno tante altre immagini dell’ex Lazio nel suo luogo naturale: al centro della difesa.
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— UEFA Champions League (@ChampionsLeague) May 12, 2025
E l’Inter sentirà la sua mancanza soprattutto quando dovrà fisiologicamente ritirarsi. Soprattutto della sua forza mentale. Diciamoci la verità. In Inter-Barcellona, dopo il 90′, al pareggio ci credevano solo Denzel Dumfries, che è un pazzo, e Acerbi. Il centrale nerazzurro dà all’Inter la cattiveria, la determinazione e l’intensità. E sono caratteristiche che hanno solo i veri trascinatori.