Il racconto sui sacrifici del centravanti argentino e le aspettative sui suoi compagni, in parte disattese. C’entra anche Calhanoglu
Sono trascorsi quasi tre anni dallo storico traguardo raggiunto dalla Nazionale Argentina al Mondiale in Qatar. In pochi ci avrebbero scommesso su, eppure Lionel Scaloni è riuscito nell’impresa. Un’impresa magica, inaspettata, da brividi.
Merito anche della qualità, la compattezza e l’affiatamento messo in mostra dai suoi. Forse anche merito del lavoro di quanti non si sono mai risparmiati, neanche nelle difficoltà peggiori. Neanche con degli acciacchi che avrebbero potuto compromettere l’intera stagione.
Al contrario di chi, come Angel Di Maria o Joaquin Correa, hanno cercato in tutti i modi di dribblare gli impegni ufficiali coi rispettivi club per arrivare energici sul tetto del mondo. Con un pizzico di scaltrezza, insomma.
È stato encomiabile il caso di Lautaro Martinez, centravanti e capitano dell’Inter, nonché protagonista della vittoria della Seleccion ai danni della Francia. Per lui giocare il Mondiale era più che un sogno, piuttosto un obiettivo di vita.
Ma la sua partecipazione è stata fortemente a rischio per un problema alla caviglia che lo ha attanagliato per moltissimi mesi, fra cure al limite della normalità e dolori fortissimi.
Lautaro indomabile ed esigente, di Calhanoglu non è piaciuto l’atteggiamento
Lautaro aveva raccontato così la vicenda sull’infortunio: “Ho visto le stelle. Volevo spingere di più, ma ormai avevo perso sensibilità. Mi sono isolato, ho pianto e trascorso un brutto momento”.
“È arrivato in Qatar così, con la caviglia a pezzi. Costretto agli antidolorifici per allenarsi e giocare”, ha poi sottolineato il New York Times in una recente analisi sul percorso di Lautaro fra Inter, Nazionale, ambizioni e valori personali.
Valori che, a quanto pare, per lui vogliono davvero dire tutto. L’impegno prima del resto, la maglia prima ogni altra cosa. Ed è forse stata proprio la sua indole da esigente guerriero ad aver scatenato una reazione avversa ai tanti segnali lanciati da Hakan Calhanoglu sul suo morbido approccio al Mondiale per Club e legati al suo ipotetico addio all’Inter.
“Lautaro non ha fatto nomi per evitare problemi, Marotta ha però riconosciuto l’esistenza di una questione da affrontare con il centrocampista turco”, si legge ancora sulle pagine del Times.
Il tutto condito dal fatto che il turco ha dovuto far rientro a Milano con largo anticipo, al seguito degli altri infortunati. Quasi come se la fosse scampata, per prepararsi a quel che il futuro gli riserverà senza neppure disputare un minuto alle dipendenze di Chivu. A Lautaro non è piaciuto, ma ci sarà modo di chiarirsi e valutare tutte le soluzioni al problema.