I tifosi dell’Inter danno fiducia a Chivu ma intanto guardano con rimpianto crescente all’allenatore che sta già trionfando con il suo nuovo club
In Arabia Saudita l’Al-Hilal è il club più popolare, ricco e ambiziosa: una vera e propria macchina da soldi, con un progetto tecnico che punta a traguardi sportivi di grande spessore. Il modello di finanziamento del calcio saudita è unico nella sua specie, con l’Al-Hilal che stacca quasi tutti i diretti concorrenti in termini di investimenti.
E, con Simone Inzaghi in panchina, ora il club punta a una crescita organica. Il fondo sovrano saudita continuerà a mettere soldi nella società, ma la stessa Saudi Pro League contribuisce direttamente agli acquisti. E non è tutto, dato che altri soci miliardari sono entrati nel club per contribuire alla sua crescita. Sappiamo che il club è controllato al 75% dal Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano saudita con un patrimonio stimato di oltre 700 miliardi di dollari. Il restante 25% è gestito da una no-profit, dove sempre PIF nomina la maggioranza del consiglio di amministrazione.
Ci sono poi gli sponsor e i soci, tra cui il principe Al-Waleed bin Talad, che pare abbia promesso alla dirigenza di mettere sul piatto qualche cinquantina di milioni per un regalo sul mercato a Inzaghi. I numeri dicono che PIF ha già investito più di mezzo miliardo di dollari per costruire la squadra attualmente a disposizione dell’ex Inter. Tanti acquisti sono stati fallimentari (uno su tutti: Neymar). E PIF non vuole sbagliare ancora.
Negli scorsi mesi ha seguito insistentemente Salah. Ora punta, su pressione di Inzaghi, a Osimhen. Nella Saudi Pro League vige però il limite di otto giocatori stranieri registrabili per ogni squadra. E l’Al-Hilal ha già raggiunto (e superato) quel tetto. Ciononostante, il club sta continuando a trattare profili come Osimhen, Theo Hernandez, Calhanoglu, Antonio Silva, Bruno Fernandes e altri.
Inzaghi chiede altri rinforzi e dà fastidio all’Inter
Molto probabilmente Inzaghi approverà delle cessioni mirate. Quindi, alcuni degli stranieri attualmente in rosa (come nel caso di Mitrovic, Malcom) potrebbero essere ceduti o prestati per liberare slot. E c’è anche un’altra mezza scappatoia: il regolamento consente di avere più stranieri in rosa, ma solo solo possono essere registrati per la Pro League. Gli altri potrebbero anche essere tenuti, per giocare in competizioni internazionali, come il Mondiale per Club.
Ha dunque senso accostare l’Al-Hilal ad altri importanti colpi in entrata. Nelle ultime ore si è parlato di un concreto interesse dell’Inter per il centrocampista colombiano Rios del Palmeiras. Ma dalla Spagna danno l’Al-Hilal di Inzaghi molto più avanti… Secondo il sito spagnolo “i colloqui con il centrocampista del Palmeiras sono in fase avanzata e che la squadra saudita è disposta a pagare 50 milioni di euro (320 milioni di R$ al cambio attuale) per ingaggiare il giocatore colombiano“.
Per Fichajes, dunque, “Richard Rios è diventato il piano A della squadra di Simone Inzaghi dopo il fallimento delle trattative con Bruno Fernandes del Manchester United. Il Palmeiras non manterrà il giocatore in squadra se dovesse arrivare questa offerta astronomica”.
L’Inter teme sia il suo ex allenatore che quello nuovo
Secondo alcune voci, Inzaghi avrebbe già provato a tentare Bastoni, Acerbi e forse Barella. Ora potrebbe rifarsi avanti per Calhanoglu. Con la differenza che il turco è oggi quasi un peso per la società nerazzurra, e la sua uscita, a prezzo equo, potrebbe essere interpretata come una notizia relativamente positiva.
Ai tifosi interisti la cosa interessa parzialmente. La situazione all’Inter è delicata, con una squadra da ricostruire e un nuovo allenatore che dovrà affrontare scorie fisiche, morali e sportive. A Cristian Chivu, in molti, chiedono soprattutto flessibilità nei piani tattici e una preparazione fisica fatta con più criterio. Tanto basterebbe a molti supporter per sentirsi soddisfatti dal cambio in panchina. Ci si augura anche che gli verrà dato tempo per ingranare, così come ne è stato dato a Simone Inzaghi.
La speranza di tutti è che Chivu, con il suo interismo, possa essere l’uomo giusto per risorgere: un uomo forte, ma anche sensibile e coraggioso. Uno che non avrà paura nel lanciare i giovani, nel tenere dentro gli ammoniti o nel cambiare modo di giocare. Dopodiché servirà che la dirigenza gli fornisca del materiale umano adeguato. Un’altra speranza e che Chivu non sia costretto a vivere di confronti con l’ex allenatore o a dover affrontare la sua postuma glorificazione.