Il tecnico rumeno alla sua prima esperienza su una panchina importante. Tra scetticismo e dubbi, arriva un annuncio sul suo futuro
Avrà fatto bene l’Inter ad affidare la panchina a Cristian Chivu? E’ la domanda che si stanno facendo tanti tifosi ma anche gli addetti ai lavori nel mondo del calcio. Non c’è dubbio che l’allenatore rumeno abbia pochissima esperienza tra i professionisti: tredici panchine in Serie A con una squadra che ambiva alla salvezza come il Parma. In nerazzurro, invece, dovrà puntare a lottare per lo scudetto. E fare più strada possibile in Champions League.

E’ lecito anche domandarsi se Cristian Chivu abbia fatto bene ad accettare la panchina dell’Inter. Di certo per lui è l’occasione della vita, quella di poter dimostrare il suo valore e di essere già all’altezza di un grande club, senza aver fatto la gavetta. Ma il rischio è quello di bruciarsi come allenatore: da Stramaccioni a Brocchi fino a Pirlo, gli esempi recenti non mancano, non solo all’Inter ma anche al Milan e alla Juventus.
Il primo impatto non è stato dei migliori. Al Mondiale per Club sono arrivate due vittorie e un pareggio nella fase a gironi, prima della sconfitta contro il Fluminense agli ottavi di finale. Ma le attenuanti non mancano: Chivu ha ereditato un gruppo fisicamente stanco per le oltre 60 partite giocate in stagione e mentalmente distrutto per il pesante ko subito nella finale di Champions League. Senza dimenticare che la rosa a disposizione sarà ben diversa da quella avuta negli Usa.
Agresti avvisa Chivu: “Nessun vantaggio per lui né per Tudor”
Il dibattito sulla scelta di Chivu continua a tenere banco. A ‘Radio Radio’ il giornalista sportivo Stefano Agresti è stato chiarissimo: “Se le cose vanno bene, si fa presto a diventare profeta nella nuova patria, anche se non hai un passato in quel club. Francamente io non credo che Chivu avrà grandi vantaggi per aver giocato nell’Inter. Se riuscirà a fare bene, diventerà un idolo anche in panchina, mentre se le cose vanno male magari lo mandano via dopo tre mesi“.
“Auguro a Chivu e all’Inter che questo non accada, ma è sempre così: lo stesso accadrà per Tudor nella Juventus. Non è il fatto di avere un passato in un grande club che ti mette a riparo o ti aiuta. Trapattoni era un simbolo del Milan, ma poi ha vinto tanto alla Juve e infine è diventato idolo all’Inter grazie allo scudetto dei record. Esistono i professionisti, il lavoro e i risultati. Magari all’inizio i tifosi ti vedono con più benevolenza, ma sono cose che durano poche settimane“.