Calciomercato: c’è posto per Javier Zanetti nella nuova Inter di Thohir?

Zanetti e Mazzarri (Getty Images)

CALCIOMERCATO INTER ZANETTI / MILANO – C’è trepidazione in attesa di conoscere il futuro di Javier Zanetti. Non un giocatore qualunque, bensì lo storico capitano dell’Inter, una delle ultime ‘Bandiere’ del calcio italiano. Anche se lui è argentino, quindi al massimo potremmo definirlo un italiano d’adozione. Le cose stanno più o meno così: Zanetti ha voglia di continuare a giocare, anche se è alla soglia dei 41 anni e Mazzarri non lo considera più all’altezza della situazione.

Il numero 4 è orgoglioso, testa dura, si sente e lo fanno sentire un highlander, calcisticamente parlando. Però, è consapevole che spazio per lui ad Appiano, nelle vesti di ‘pedatore’, non ce ne sia quasi più. Troppi ‘galli’, giovani di ora e giovani che arriveranno. E quindi? Quindi aspetterà la prossima mossa di Thohir, stamane giunto a Milano, per poi decidere.

‘Tuttosport’ sostiene che (per ora) abbia rifiutato una mega offerta da 9 milioni di dollari da parte di Emilio Azcarraga Jean, proprietario del Club America, squadra messicana. E che ‘Pupi’, come il nome della sua apprezzata ‘Fondazione’, ma che viene spesso usato da alcuni giornalisti ‘ruffiani’, non desideri fare la fine di Figo, da campione a cerimoniere e taglia nastri per l’Inter che fu di Massimo Moratti.

Zanetti, se al ‘ritiro’ proprio non potrà opporsi, vorrebbe avere un ruolo operativo nel nuovo corso indonesiano, più precisamente un incarico dirigenziale sulla stregua di quello occupato da Oriali fino al Triplete. ‘Collante’ tra società e squadra, con voce e spazio per sue idee, ambizioni e doti professionali. Zanetti vuole restare all’Inter continuando a essere uno dei protagonisti.

Thohir pare avere una visione diversa (non vuole ‘one man show’ o figuranti), ma, probabilmente per non rischiare di prendersi vagonate di insulti dalla piazza, lo accontenterà. Tenendo, però, sotto osservazione il suo lavoro. Perché i ‘bei tempi’, quelli in cui c’era posto per tutto e tutti, sono belli che finiti.

 

Raffaele Amato

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