Inter, Zanetti rispedisce al mittente le critiche: “Mi fanno solamente sorridere”

Javier Zanetti (Getty Images)

INTER, DICHIARAZIONI JAVIER ZANETTI / MILANO – Difficile fermarlo in campo. Così fuori. Calma, tranquillità. C’è tutto questo nello spirito e nel carattere di Javier Zanetti. Capitano fino in fondo. L’Inter è ormai la sua casa, dove rifugia pensieri positivi e negativi. Inevitabili, vittoria e sconfitta. Ultima, ancora non dimenticata, quella con la Roma. Nella mente dei tifosi l’1-3 della squadra di Zeman. Forte più dei nerazzurri di Stramaccioni. Non così tanto, polemizzano dall’ambiente interista. Forse a ragione. Ma questo è anche giusto, dal loro punto di vista. In un grande club, in un ambiente elettrizzante, è difficile accettare con scioltezza e responsabilità una rovinosa caduta. Non per la classifica, ma per il morale e l’autostima. Quest’ultima va e viene da circa un anno e mezzo. Perché i risultati contano, nel bene e nel male. Soprattutto ora, cioè in un momento in cui è stato da poco messo in atto il ‘restauro’ del gruppo, snaturato da alcune partenze. Illustri o meno.

E’ cosi che deve andare. Fra alti e bassi l’inizio di stagione dell’Inter. Bel gioco o blackout. In casa, il più delle volte. Davanti ai propri tifosi. Fondamentali per incitarti o affossarti. Anche non volendo, sia chiaro. Le critiche non vengono accettate. Tantomeno da Zanetti. Lui che può permettersi quasi tutto. E’ oltre la bandiera. E’ un simbolo. Stavolta senza l’uso di un po’ di diplomazia. Quando ci vuole, ci vuole. Le critiche, almeno per una volta, devono essere scacciate. Certo. Basta polemiche, scoop senza un fondo di verità. “Sulle critiche nei nostri confronti mi ci faccio una bella risata – ha dichiarato a ‘Mediaset’ – Contro la Roma abbiamo giocato bene fino al gol di Osvaldo. Da quel momento in poi, è successo qualcosa in noi. Non siamo riusciti a trovare la rete del pareggio”.

Non le manda a dire, il capitano. La forza di un numero uno, anche a trentanove anni. Vuol prendersi in mano l’Inter, come giusto che sia. Una squadra che sente davvero il bisogno di qualcuno che sia capace di caricarsi sulle spalle responsabilità e polemiche. Interne ed esterne. Un muro portentoso, abile a far rimbalzare voci belle e brutte. Notizie vere e false. Un tuttofare, insomma. Ruolo in parte ricoperto da super Strama, in parte, minima, da Cambiasso e Milito. Zanetti sarebbe l’ideale, il perfetto ambasciatore del gruppo. Portavoce di giocatori e spogliatoio. Moratti parla troppo, oltre il dovuto. Da Branca e Ausilio tutto tace. Quindi, chi meglio dell’argentino. Da moltissimi anni in nerazzurro, ormai abbiamo perso il conto. Chiudiamo con le chiacchiere. Torniamo alla voce narrante. Sempre la solita, quella del capitano. “A San Siro bisognerà fare di più. Ci sono difficoltà perché si è cambiato tanto, ma in casa abbiamo il dovere di tornare a vincere“. Vincere, già. E’ quello che chiedono i tifosi. Stanchi di stare a guardare. Stufi di partecipare solamente.

 

Raffaele Amato

 

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