3-5-2 e la variabile colombiana: ecco l’Inter di Mazzarri

L'Inter di Mazzarri ('La Gazzetta dello Sport')

INTER FORMAZIONE MAZZARRI / MILANO – Su carta, nella mente e nei progetti. Walter Mazzarri ha già disegnato la sua Inter, probabilmente da molto più tempo di quanto si possa pensare. Modulo di partenza: 3-5-2. Quello visto e applaudito a Napoli, marchio di fabbrica del tecnico livornese, fedele alle sue idee e sicuro di poter riportare il club nerazzurro sulle alture del calcio italiano, il prima possibile. Glielo chiederà la piazza, glielo avrà già chiesto Massimo Moratti: il presidente non impazzisce per l’ex azzurro, ma ha ugualmente compreso che senza una svolta caratteriale – ancor prima che tecnica – il suo giocattolo difficilmente potrebbe ricomporsi dopo una stagione, anzi due, al limite del ridicolo.

Niente rivoluzioni, bensì cambiamenti profondi: anzitutto, valorizzazione del parco giocatori a disposizione, di quelli che ‘vorrei e potrei, ma non posso’: Da Ranocchia, potenzialmente ottimo difensore, a Juan Jesus, croce e delizia della stagione appena conclusa. Entrambi perni della futura difesa – seppur potrebbe e dovrebbe essere acquistato un ulteriore centrale – assieme al fedelissimo Hugo Campagnaro, il terzino destro ideale nella linea a tre. Poi, gli esterni. Mazzarri ne vorrebbe quattro: due a destra, per ora convince solo Nagatomo, altrettanti a sinistra. Pereira, e forse Zuniga. Le fasce laterali dovranno essere un punto di forza del ‘biscione’ che verrà.

Centrocampo di battaglia e di qualità: impossibile fare a meno di Kovacic – giovane sì, ma già di elevata caratura – poi un mediano con intelligenza tattica e muscoli: Fernando, o chissà. Icardi e Palacio in attacco, aspettando Milito. Cassano? E’ vero, alla Sampdoria Mazzarri lo ha recuperato dopo il fallimento madrileno, ma fra i due – altrettanto vero – non scorre buon sangue. Probabile, infatti, l’addio del ribelle barese: Monaco, dove è stato proposto dal suo agente Bozzo, o altri lidi milionari lo aspettano.

Infine, la variabile colombiana: Fredy Guarin. Potenza, duttilità e spirito selvaggio. Mazzarri proverà ad addestrarlo per tirargli fuori il meglio e, se possibile, a nascondere in un angolo tutti i limiti che finora hanno bloccato la sua definitiva esplosione e consacrazione ai massimi livelli. Il ‘Giaguaro’ sarà il jolly – a meno di una cessione – della futurInter. Potrà giocare in mezzo al campo, da mezz’ala destra; o dietro le punte, ruolo in cui ha convinto Moratti e il pubblico del ‘Meazza’; anche se lui non gradisce, anzi, mai ha gradito questo avanzamento di posizione dettatogli da Stramaccioni, con cui si è scontrato proprio su questioni tattiche. Qualche ‘senatore‘ potrebbe ritrovare stimoli e fiducia, soprattutto Esteban Cambiasso. L’argentino è particolarmente apprezzato dal permaloso toscanaccio, che proverà a far miracoli nella depressa Milano nerazzurra.

 

Raffaele Amato

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