Inter, difesa del futuro: alla scoperta di Dragovic

Aleksandar Dragovic (Getty Images)

INTER DRAGOVIC / MILANO – Aleksandar Dragovic, giovane centrale austriaco – nato a Vienna il 6 settembre 1991 – del Basilea, squadra di vertice del campionato svizzero, vincitore della Raiffeisen Super League nella scorsa stagione, nella quale è stata eliminata soltanto alle semifinali di Europa League dal Chelsea di Benitez, poi conquistatore dell’ambito trofeo ai danni del malcapitato Benfica.  Dragovic è un ambidestro di 186 centimetri,   dotato di un fisico assai adatto, oltre che al calcio, alle sfilate di moda. Capello ingellato, faccia da bambino ma sguardo furbo e vispo. Si dice sia un Don Giovanni un po’ fuori di testa, non il prototipo del perfetto austriaco, tutto casa e chiesa e pienamente ligio al dovere.

QUALITA’ E LIMITI – Nel Basilea di Murat Yakin gioca nella più classica difesa a quattro: da terzino sinistro, al fianco di un altro giovane forse molto più interessante di lui, Fabian Schär, ventunenne svizzero dotato di temperamento e ottimo tiro dalla distanza: è il primo battitore di calci piazzati della squadra elvetica, nella linea a tre ricoprirebbe la zona ora di Campagnaro. Tornando a Dragovic, l’austriaco non ha doti da leader, ma è bravissimo nei colpi di testa: eccellente nello stacco aereo, sveglio, difficilmente sbaglia un anticipo in elevazione. Nell’arco di una partita intera, il ‘modello’ di Basilea non riesce a mantenere una lucidità tale da consentirgli di anticipare sempre e comunque l’avversario che ha davanti: spesso eccede in leggerezza, attendendo fin troppo l’arrivo del ‘nemico’ pallonaro generando buchi di solito non tamponabili dai suoi compagni. Possiamo aggiungere che non sia particolarmente scattante nel breve, oltre che inadatto – anche se lui il più delle volte tenta di prendere l’iniziativa – a far ripartire l’azione.

NELLA DIFESA DI MAZZARRI – Dragovic sarebbe l’alternativa a Juan Jesus e Chivu – anche se pare un azzardo il rumeno nel ruolo di terzino sinistro -, non a Walter Samuel, causa limiti descritti poc’anzi.  E’ adattabile nella difesa a tre, seppur nella sua giovane carriera abbia sempre giocato solo affianco a un altro centrale. Anche sei i ‘RotBlau’, palla al piede e in certi frangenti della gara, si piazzano a tre dietro: scala il mediano Fabian Frei – prima della cessione al Sunderland il compito toccò anche a Cabral -, permettendo a Schär da una parte e a Dragovic dall’altra di allargarsi qualche metro per rendere più ariosa la manovra della squadra. L’austriaco, legato contrattualmente al Basilea fino al 2015 – ma pare sia stato ‘bloccato’ dall’Inter, che però deve prima sfoltire il reparto – è certamente un buon difensore. Il suo arrivo potrebbe ‘arricchire’ la difesa a disposizione di Mazzarri, oggi piuttosto lenta, non cambiandone il valore: se la giocherebbe per un posto con il verdeamarelo Juan Jesus, più esplosivo ed energico nei contrasti rispetto a lui, ma più soggetto a cali di forma nell’arco di una stagione.

 

Raffaele Amato

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