L’erede di Calhanoglu è un figlio d’arte che già indossa i colori nerazzurri. Se Asllani non convince, bisogna guardare ai giovani
Anche con i pochi minuti giocati durante la sconfitta in Champions dell’Inter contro il Bayer Leverkusen Asllani si è guadagnato la sua solita dose di critiche. Ormai l’albanese sembra essersi guadagnato insieme ad Arnautovic il ruolo di capro espiatorio preferito della tifoseria nerazzurra.
Secondo la maggior parte dei tifosi Asllani non avrebbe ancora dimostrato di essere pronto per giocare nell’Inter. Il gap di rendimento fra lui e Hakan Calhanoglu è evidente, ma non per questo l’ex Empoli va bollato come un giocatore modeste. L’albanese ha diverse buone qualità, il problema è che non è ancora riuscite a esprimerle con continuità…
Proprio Zanchetta, l’altro giorno è stato decisivo in Youth League: grazie al suo goal contro il Bayer Leverkusen U19 l’Inter ha maturato la sesta vittoria consecutiva nella competizione. Sei vittorie su sei. Non male per i primavera di Zanchetta, nonostante continui cambi di formazione e le varie assenze.
Il nuovo Calhanoglu è il figlio d’arte?
Mattia Zanchetta, figlio del mister Andrea, ha commentato la partita vinta grazie al proprio goal su Inter TV al termine della sfida contro il Bayer dicendosi contentissimo di aver contribuito a un risultato così importante.
“Mi è arrivata la palla lì, e non ci ho pensato un secondo: ho calciato ed è andata bene. C’è stato un abbraccio con papà al goal… Lui mi ha aiutato molto in questi due anni, sono migliorato molto come calciatore e lo ringrazio. Siamo cresciuti tutti, ma ora serve uno step successivo anche sul campionato per stare sempre attaccati alla vetta e fare più punti possibili”, ha detto il giovane mediano.
Fisico esile, piede educato e visione di gioco: il giovane Zanchetta ha mostrato di avere molta personalità. Non si sente un raccomandato e i fatti dimostrano che merita di giocare con la maglia dell’Inter. Prima della sfida contro i tedeschi si era raccontato alla Gazzetta dello Sport, dicendo che il padre non lo ha mai influenzato nella scelta di diventare un calciatore: “Anzi, essendo il mio allenatore mi tratta come gli altri. Quando c’è da dirmi bravo lo fa, ma quando deve strigliarmi è il primo“.
Zanchetta senior ha per esempio sgridato il figlio in occasione dell’ultimo derby perso. “Mi fece una strigliata. Non giocai una grande partita. Il nostro è un rapporto schietto e diretto…” Il diciottenne ha poi confessato di aver sempre ammirato Busquets e Kroos. Dopodiché ha aggiunto: “Ora studio da Rodri e Calhanoglu“. E anche il papà, che dopo essere cresciuto nell’Inter ha giocato come centrocampista nel Foggia, nel Chievo, nella Reggina, nel Vicenza, nel Lecce e infine nella Cremonese.