Inter, Thohir: “Non sono Abramovich. A Moratti dissi…”

Erick Thohir
Erick Thohir

INTER THOHIR / MILANO – Thohir, sempre Thohir. Il neo presidente nerazzurro, mediaticamente esposto all’inverosimile, si è raccontato a suo modo al magazine ‘GQ’, tra il confronto con Abramovich al rapporto con Moratti, fino ai possibili mutamenti che cambieranno l’Inter, diventata ufficialmente sua, per il 70 per cento, lo scorso 15 novembre.

PERCHE’ L’INTER – “Nel calcio ci sono due modi di agire: se sei come Abramovich, scegli un club con un brand non ancora al top e lo lanci con fiumi di denaro; se sei un manager come me, prendi una società gloriosa e già famosa nel mondo che deve sistemare i conti. L’Inter è la squadra che seguivo da ragazzo e sono emozionato. Ho scelto una società pazza, lo so. Ma i margini per aumentare i ricavi ci sono”.

MORATTI E PIRELLI – “A Massimo gli ho detto che è e sarà insostituibile. Ma fu la Pirelli che mi convinse a investire nel e per il club nerazzurro: stanno costruendo una fabbrica a Jakarta e tempo fa mi informarono di questa opportunità”.

PAZIENZA E RIVOLUZIONE – “I tifosi hanno diritto di sognare e non c’è niente di male nel voler vincere. La proprietà, però, ha diritto di essere proprietà e quindi ci vuole pazienza. Nell’Inter avverrano dei cambiamenti, ma a tempo debito,. In sostanza, il giusto necessario per conoscere uomini e territorio”.

 

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