Giudizio e voto al calciomercato dell’Inter

Piero Ausilio e, sullo sfondo, Marco Fassone
Piero Ausilio e, sullo sfondo, Marco Fassone

CALCIOMERCATO INTER / MILANO – Il mercato di riparazione dell’Inter era cominciato col piede giusto: Podolski, un buon acquisto anche se per sei mesi, e Shaqiri, un ottimo colpo anche di prospettiva. Entrambi, però, fuori forma, ma questo è il brutto di prendere ‘scarti’ se non riserve di altre squadre. Il bello è prenderli a condizioni economiche più che vantaggiose, anche se non sempre ci si riesce. Poi, un giocatore tutto da verificare a certi livelli e pressioni come Brozovic, e Davide Santon che è lontanissimo da uno stato fisico accettabile visto che dopo l’intervento al ginocchio quest’anno ha potuto giocare solo due volte, tra l’altro una con le giovanili del Newcastle. Dunque all’appello mancano un difensore centrale e un centrocampista, ruoli rimasti scoperti che Mancini, al pari degli esterni, riteneva fondamentali per la sua Inter, ormai fuori dalla lotta Champions. Ma visti i nomi che circolavano, forse è stato meglio che Ausilio (bravo comunque a far cassa con le ‘dolorose’ cessioni di Bonazzoli e Duncan, gli unici da cui avrebbe potuto prender soldi al di là di Kovacic e Icardi) non abbia preso nessuno. Peggio ha fatto chi ha comprato Paletta e Ibarbo, per esempio, ma questo è un altro discorso.

Questo mercato di riparazione fa ulteriormente capire che le squadre vadano costruite – per bene, si spera – in estate, e che gli errori (ed orrori) commessi nella precedente campagna acquisti non possano essere corretti nel giro di un mese, quando comprare e vendere è ancora più complicato, a meno che il budget a disposizione non sia da grande club. Per cui, in attesa che la situazioni cambi, o in attesa del ‘bond’ (un altro debito per coprire un debito, così potremmo comprarcela anche noi una squadra), non da questa Inter. Voto al mercato nerazzurro? Cinque, anche meno nel caso, attualmente difficile, riprendesse Cassano o, peggio ancora, ingaggiasse Diakité.

Raffaele Amato

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