Inter-Juventus, Mancini: “Vincere per l’entusiasmo”. Poi ‘punzecchia’ Handanovic

Roberto Mancini
Roberto Mancini

INTER-JUVENTUS MANCINI / APPIANO GENTILE – Roberto Mancini ha lasciato pochi minuti fa la sala stampa del centro di Appiano Gentile, dopo aver parlato dell’imminente Inter-Juventus con i cronisti presenti. Interlive.it ha ripreso l’intera conferenza in diretta testuale.

Le parole di Allegri? A quanto dice lui, la favorita dovrebbe essere la Fiorentina. Io comunque ho sempre detto che alla lunga le grandi squadre verranno fuori. Juve, Napoli e Roma sono più attrezzate, noi siamo lì e vogliamo continuare così per lottare fino alla fine. Domani sarà una partita importante ma non decisiva, dato che il campionato è lungo ed equilibrato. Una vittoria però ci darebbe parecchio entusiasmo, dobbiamo fare bene. Kondogbia? Non ha problemi di modulo,  stiamo lavorando e troveremo un equilibrio. Ho un altro paio di dubbi, soprattutto per quanto riguarda i giocatori tornati dalle Nazionali. Il gol preso a Genova? C’è stato un errore, sicuramente, ma tutti sbagliano e queste situazioni vanno evitate dal principio perché quando il cross parte poi è troppo tardi. Kondogbia per noi non è assolutamente un problema, ha giocato pochissime partite in Italia e ci sta che debba ancora esprimersi al meglio. Dobbiamo migliorare tante cose, ma con i ritorni dagli infortuni forse ritroveremo la continuità delle prime giornate”.

“Dovremo essere concentrati, questa è una partita importante perché loro arrivano da quattro campionati vinti. Domani capiremo se possiamo restare in alta classifica per tutto il campionato, perché come ho detto prima una vittoria ci darebbe entusiasmo. Le mie sensazioni? Il campionato sarà lungo e faticoso, mancano trentuno partite. Perdere capiterà a tutti, vincerle tutte sarà impossibile, ma l’importante è restare tranquilli e continuare a lavorare nel migliore dei modi. Le parole di Moratti? Che dovremmo essere spensierati è vero, nel senso che dobbiamo scendere in campo concentrati ma tranquilli, sereni, perché siamo l’Inter e alla fine si tratta di una partita di calcio. Andare sopra di undici punti sarebbe importante, anche perché loro hanno le coppe e potrebbero perdere qualcosa”.

Le due partite dello scorso campionato? Ora regali non ne facciamo più, ne abbiamo fatti con la Fiorentina e speriamo che sia finita qui (riferendosi all’errore di Handanovic che costò la sconfitta per 1-2 al ritorno, ndr). Domani andrebbe bene anche vincere 1-0 giocando male, ma dovremo essere concentrati come nelle prime giornate, perché in campo c’è anche la Juve e bisognerà vedere come giocheranno loro. Jovetic sta bene, lo valuterò. Thohir? Non mi ha chiesto nessun regalo. Chi temo di più tra i giocatori della Juve? Loro hanno giocatori molto bravi, non mi sembra che sia una squadra con dei giocatori normali. Sono tutti molto forti, quindi non ce n’è uno che toglierei. Juan Jesus o Telles? C’è anche Nagatomo… il favorito non lo so. Uno dei due (ride, ndr). Kondogbia flop come Melo alla Juve? Geoffrey ha tutto il tempo per maturare, è arrivato in una squadra che si sta riprendendo mentre Melo giocava in una Juve che si trovava in difficoltà. Inter-Juventus è una classica, ha sempre lo stesso sapore anche se noi negli ultimi anni siamo stati lontani dallo Scudetto. Speriamo che il risultato sia diverso da quello degli ultimi cinque anni… anche se io il peso non lo sento, dato che non ero qui”.

Manaj? Sarà un grandissimo centravanti, ha fatto bene a scusarsi con De Biasi anche se io non l’ho sgridato. Ha l’opportunità di giocare all’Europeo e deve coglierla perché è molto giovane. Mi fido molto di lui, ha grandi qualità e tantissima grinta. Non è come il primo Balotelli, Mario era più tecnico, ma il paragone ci può stare perché Manaj è giovane e affamato. Le parole di Kovacic? Rispetto la sua opinione, ci mancherebbe. Ho sentito quello che ha detto, io e lui non siamo mai andati al cinema o al ristorante insieme e il mio ruolo non è quello. Ho detto che lui secondo me ha le qualità per diventare un fenomeno e ho cercato di insegnargli a fare tutto in campo, poi se pensa quello che ha detto rispetto la sua idea”.

Alessandro Caltabiano

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