Inter, Pellegrini: “Buoni rapporti con Thohir. A Mancini regalerei…”

Pellegrini 'saluta' Thohir al 'Meazza'
Pellegrini ‘saluta’ Thohir al ‘Meazza’

INTER PELLEGRINI THOHIR MORATTI CR7 / MILANO – “Abbiamo vinto lo scudetto dei record nel 1989, due Coppe Uefa e una Supercoppa, ma al di là delle vittorie il mio orgoglio è avere gestito la società senza aver mai fatto perdere una lira ai consiglieri e ai piccoli azionisti, perché le perdite sono sempre state assorbite dalla mia azienda. Con un pizzico di vanità ricordo l’applauso dei giornalisti quando annunciai, in una improvvisata conferenza stampa, che avevo preso Bergkamp e Jonk dopo un blitz segreto ad Amsterdam”. Pensieri e parole di Ernesto Pellegrini, presidente dell’Inter tra il 1984 ed il 1995, che si racconta in una intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ tra passato, presente e futuro. “Il mio rammarico è stato quello di non aver fatto entrare in società due ex giocatori che stimavo molto: Bertini e Boninsegna. Nel 1970, quando ero un giovane imprenditore e loro campioni già affermati, uscivamo a pranzo e volevano sempre pagare loro”.

Pellegrini commenta poi l’attuale situazione societaria nerazzurra: “Con Thohir i rapporti sono molto buoni: è venuto a casa mia anche di recente e fin dal primo incontro ho provato stima e simpatia. E’ in gamba, tifo incondizionatamente per lui. Oggi non mi dispiace che ci sia uno straniero alla presidenza dell’Inter, ma prima che Thohir acquistasse la società propendevo per una cordata italiana della quale avrei potuto far parte, perché non ho mai pensato di riprendere da solo l’Inter. Moratti? Con lui e la sua famiglia ho buoni rapporti di amicizia e collaborazione professionale. Ricordo con piacere il giorno in cui ho dedicato al papà Angelo il centro sportivo della Pinetina, allora di mia proprietà”. Infine Pellegrini parla della corsa scudetto e del suo sogno di mercato: “Il secondo tempo di Napoli ha dimostrato la forza della squadra e il carattere trasmesso da Mancini. Ora penso che possa lottare per il titolo. A questa Inter regalerei un leader come Matthaeus, ma il mio sogno è Cristiano Ronaldo: se davvero ha qualche dubbio sulla permanenza a Madrid, andrei a parlargli. Chi si chiama Ronaldo è nel destino dell’Inter”.

M.R.

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