INTER ANALISI PALERMO / MILANO – L’Inter del ‘Bentegodi’ potrebbe perdere con chiunque, persino contro l’attuale Palermo, il primo candidato alla retrocessione in Serie B, traguardo che i rosanero hanno concretamente sfiorato solo pochi mesi fa. Quella a disposizione di Ballardini – un tecnico preparato dal carattere difficile che non si sa quanto possa durare ancora in Sicilia e che alla prima col Sassuolo, il quale avrebbe potuto vincere con un punteggio maggiore di 1-0, ha utilizzato da principio il 3-4-3 per passare nella ripresa al più classico 4-4-2, suo modulo di riferimento con la variante del trequartista – non è una squadra che, a meno di un miracolo o rinforzi veri (il Diamanti di oggi non può essere definito tale) in questi ultimi giorni di calciomercato, può ambire alla salvezza. Troppi i giovani, gli sconosciuti e i mezzi giocatori. Abbastanza quelli che vorrebbero fare le valigie alla stregua di Gilardino, Sorrentino e Vazquez. I rosanero hanno una formazione inesperta e lacunosa, soprattutto davanti, che ha affrontato un’estate difficile – al pari di quella nerazzurra – e che alle spalle non ha una società pronta a sostenerla. Anzi non ha proprio una società. Zamparini è ormai irrecuperabile, quello che ha combinato nell’ultima annata è una doppia o tripla prova di quanto detto, e in cerca di acquirenti (lo è da almeno quattro-cinque anni), anche se finora gli si sono palesati solo di fantomatici, gente più o meno interessata a farsi pubblicità oppure che ha fatto da tramite, come un mister Bee qualsiasi, di non si sa chi. Faggiano, il neo ds, è solo l’ultimo degli yes-man al servizio del patron, con cui altrimenti si durerebbe giusto il tempo della firma di un contratto, seppur arrivi da annate eccellenti a Trapani. Per concludere riallacciandoci a sopra: così com’è il Palermo non ha speranze di permanenza in A, tuttavia al ‘Meazza’ contro l’Inter di de Boer, che per adesso non può avere grandi-medie colpe, potrebbe dire la sua, specie se la partita dovesse incanalarsi subito su binari sbagliati. Il che non sarebbe la prima volta…
Raffaele Amato