Gasperini: “Andare all’Inter fu un errore. I big erano al capolinea”

Gasperini, mister dell’Atalanta – Getty Images

INTER GASPERINI / Sulla panchina dell’Inter Gian Piero Gasperini durò poco più di Frank de Boer, non riuscendo però a vincere nemmeno una partita. Un terribile record negativo. L’avventura in nerazzurro ha indubbiamente lasciato un pessimo ricordo all’attuale tecnico dell’Atalanta che proprio domenica affronterà l’Inter al ‘Meazza’ in quello che sarà un autentico scontro diretto per l’Europa: “Chi è felice non cerca vendette, e io all’Atalanta sono felice. Quella a Milano fu, invece un’esperienza durissima. Critiche offensive, violente. Fiorello era un mio idolo, tuttavia negli sketch mi faceva passare per un mezzo intossicato che non conosceva Pazzini e non capiva niente – ha detto Gasperini alla ‘Gazzetta dello Sport’ -. Quello che avevo fatto prima non contava più, sembrava che fosse arrivato uno scemo. Non avevo mai fatto un’amichevole con la squadra al completo e mi concessero solo 3 partite di campionato. Tre. Ho dovuto ricostruire da capo la mia credibilità. Ci sono riuscito al Genoa che ho portato in Europa. Partita chiave con l’Inter, uno spareggio: gol decisivo di Kucka a 2’ dal termine. Meraviglioso”.

Gasperini: “I big erano al capolinea. E la società…”

All’Inter Gasperini commise degli errori evidenti, ma va sottolineato che non venne affatto supportato dalla società allora presieduta ancora da Massimo Moratti: “Serviva alle spalle una proprietà convinta delle mie idee e pronta a difenderle. So solo che quasi tutti quelli che avevo non hanno più fatto molto ad alto livello: Lucio, Chivu, Stankovic, Sneijder, Eto’o, Cambiasso… Ho sbagliato io ad andare in una società che non mi ha voluto con forza, che quindi non poteva proteggermi. E’ un errore che non rifarò mai più. Io e l’Inter non c’entravamo nulla, due filosofie agli antipodi“.

R.A.

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