CRISI INTER / La sconfitta con il Milan, la terza consecutiva, certifica la crisi dell’Inter. Una crisi fisica ma anche psicologica. Purtroppo per Spalletti i più colpiti da essa sono i giocatori che hanno trascinato la squadra fino a qualche settimana fa, ovvero Icardi e Ivan Perisic. Imprescindibili prima quasi zavorre adesso, a cui però il tecnico non può rinunciare per mancanza di alternative vere.
Era prevedibile il calo di argentino e soprattutto del croato (che ha da sempre pause lunghe qualche mese) cosiccome degli altri, tutti giocatori non abituati a stare in alto, ad avere la pressione mentale, e quindi anche fisica, di dover vincere sempre. Il problema a capo di tutti resta sempre il calciomercato, quella campagna acquisti estiva che ancora una volta non ha consegnato giocatori in grado di fare la differenza, di alzare il livello anche di chi c’era già. Almeno un paio di campioni, pure sui trenta e passa anni che non sono stati presi per motivi che conosciamo o che vengono detti solo tra le righe (il ridimensionamento del ‘progetto’ Suning è uno di questi). Pastore, ammesso che questa Inter possa permetterselo e che il Psg accetti di darlo quasi aggratis, o chi per lui non potranno certo correggere in corsa i difetti strutturali e caratteriali di una squadra che potrà qualificarsi in Champions – obiettivo minimo ma anche massimo – se Spalletti, dietro cui c’è una società ancora fragile e priva di un cosiddetto uomo forte, continuerà a differenza dei predecessori a tenere il controllo della situazione nonostante tutto e il contrario di tutto. La sua carriera ci porta a dire che ci riuscirà.