Continua a tenere banco un retroscena relativo al vertice di mercato organizzato nei giorni scorsi a Londra da Ausilio con i dirigenti del Chelsea
Il ds nerazzurro ha parlato con i Blues di Romelu Lukaku e di Kalidou Koulibaly. Ha manifestato interesse per entrambi sondando poi il terreno rispetto alla possibilità di ottenerli un anno in prestito. E com’è noto il Chelsea avrebbe risposto di no.
Ieri, però, è venuto fuori una nuova indiscrezione a proposito di quel colloquio: ne ha parlato il Corriere dello Sport, e la notizia ha animato per un bel po’ di ore i social. Per il quotidiano sportivo, durante il vertice londinese, il Chelsea non si sarebbe limitato ad ascoltare le proposte di Piero Ausilio per Lukaku e Koulibaly: il retroscena chiama in causa Nicolò Barella, su cui i Blues avrebbero chiesto informazioni, lasciandosi andare a una proposta inaspettata.
La prima ricostruzione del vertice aveva rimandato più o meno a questa situazione: al Chelsea un po’ interdetto di fronte alla richiesta di Ausilio di riavere in prestito Lukaku corredata da un sondaggio per un altro prestito, stavolta dell’ex Napoli Koulibaly. Il Corriere afferma che le cose sarebbero andate diversamente.
Non ci sarebbe stata infatti freddezza da parte dei dirigenti dei Blues rispetto alle parole del ds interista. “In realtà“, si legge sul quotidiano, “i Blues hanno rilanciato, alzando al massimo l’asticella, tanto da arrivare a proporre uno scambio, di cartellini, tra lo stesso Big Rom e, addirittura, Barella“.
Retroscena sul vertice Ausilio-Chelsea per Lukaku: la nuova ricostruzione
Per il Chelsea, Lukaku sarebbe valutato 70 milioni: la cifra minima per non registrare una minusvalenza dopo l’enorme investimento di due anni fa. E secondo il Corriere, 70 sarebbero anche i milioni di valutazione fatta dai Blues per Barella. Al che il ds nerazzurro avrebbe reagito con incredibile calma, senza alzarsi e andarsene, insomma.
“Visto che la prospettiva, con il Chelsea, è quella di una partita a poker“, si legge sempre nell’articolo dedicato alla ricostruzione, “di fatto non ha risposto, rinviando le discussioni ad un nuovo appuntamento“.
Ma davvero il Chelsea ha proposto uno scambio del genere all’Inter? Tutto è possibile. Anche a livello provocatorio, i Blues potrebbero aver scelto questo approccio. Che Barella interessasse ai Blues era noto: avevano chiesto informazioni sul giocatore anche a gennaio, durante la finestra di mercato di riparazione.
E da tempo si continua a dire che almeno tre club di Premier siano innamorati del centrocampista sardo. Si tratta appunto del Chelsea, del Liverpool e del Newcastle. Ora non è più neanche così chiaro se il Newcastle si sia mosso sul serio, come hanno scritto qualche giorno fa in Inghilterra. Anzi, alcuni agenti di mercato affermano che non c’è stata alcuna offerta da parte delle Magpies.
Sul Chelsea, ci sono solo voci. Anche perché i Blues, al momento, puntano soprattutto a chiudere l’affare Caicedo e a vendere. Poi c’è sempre il Liverpool: Klopp ha esternato in molti casi il suo apprezzamento per il giocatore sardo. Tuttavia i Reds hanno già preso MacAllister a centrocampo per 40 milioni…
La prospettiva di Barella e i piani interisti
Barella è un grande tifoso interista, e ha un lungo contratto con i nerazzurri. Per l’Inter è un incedibile. Ma, ovviamente, in caso di offerta folle, si vedrà. Il sardo è colui che dà dinamismo alla squadra: offre in ogni partita qualità e corsa. E c’è chi teme che l’interessamento dell’Inter a Frattesi possa nascondere l’intensione di cedere Barella.
Non è così. Simone Inzaghi ha chiesto esplicitamente un nuovo centrocampista da abbinare a Barella, a Brozovic, a Calhanoglu e a Mhkytarian, che sono tutti considerati non sacrificabili dall’allenatore. Frattesi entrerebbe in squadra come sostituto di Gagliardini. E se il centrocampista del Sassuolo non dovesse firmare per i nerazzurri, Marotta si butterebbe subito su Pereyra.
Tutto potrebbe cambiare di fronte a un’offerta alta. Se arrivassero offerte intorno agli 80 milioni, l’Inter si siederebbe comunque al tavolo delle trattative. Ma non perché il centrocampista è messo in dubbio, ma perché le condizioni societarie nerazzurre costringono i dirigenti a trattare anche chi è blindato.