Cresce il debito di Zhang nei confronti del fondo Oaktree per via degli interessi al 12%, mentre il finanziamento andrebbe estinto entro la data di scadenza per evitare il pignoramento
Trascorsi mesi dalle voci di cessione, alimentati sia dall’inserimento di nuove figure imprenditoriali nel sistema gerarchico nerazzurro che dalla precaria situazione finanziaria della società, l’Inter torna a far discutere sui grandi mercati in relazione ad una faccenda che vede protagonista in prima persona il presidente Steven Zhang.
Dall’alto della propria posizione e in qualità di rappresentante della società Grand Tower Sarl – appartenente al gruppo Suning – l’imprenditore cinese si trova a fronteggiare ancora un’importante questione legata alla presenza del debito maturato nei confronti del fondo statunitense Oaktree.
Come noto, quest’ultimo aveva concesso all’Inter un finanziamento da 275 milioni di euro nel maggio del 2021 con l’obiettivo di risanare le gravi perdite in bilancio del biennio precedente. Essendo a tutti gli effetti un prestito su base PIK, come raccontato dai colleghi de ‘Calcio e Finanza’, l’esposizione del debito aumenta sulla base degli interessi al 12% senza che questi vengano versati annualmente. Piuttosto si accumulano in un bacino temporale più ampio, con pagamento previsto soltanto entro il termine ultimo dell’intero finanziamento.
Debito da 330 milioni, altri sforzi di Zhang per non lasciare l’Inter ad Oaktree
Ad oggi il debito di Zhang nei confronti di Oaktree è dunque aumentato notevolmente, di circa una trentina di milioni in riferimento all’anno fiscale 2022, in aggiunta ai già presenti venti milioni maturati nell’annata precedente, per un totale di 329,6 milioni di euro.
Senza ancora contare quelli che verranno calcolati per il 2023 e il 2024, data ultima in cui la Grand Tower Sarl dovrà adempiere ai propri obblighi. Qualora il debito non dovesse essere corrisposto, allora la società cinese andrebbe a finire nelle mani di Oaktree come pegno assieme a tutte le altre società ad essa subordinate. Internazionale FC compresa. L’operazione ricorda il passaggio di consegne della cugina Milan dalla vecchia proprietà cinese Yonghong Li e il fondo Elliott.