Nelle prime due di campionato l’Inter sembra aver già cambiato registro: quest’anno è vietato fallire con le piccole
La scorsa stagione nerazzurra è stata minata da numerosi impacci e passi falsi in partite sulla carta abbordabili. L’Inter di Simone Inzaghi ha perso punti preziosi facendo fatica con le squadre di medio-bassa classifica. La stagione 2022/23 sarà ricordata per la finale di Champions ma anche per il numero spropositato di sconfitte in Serie A.
La squadra ha perso il campionato e rinunciato troppo presto a inseguire il Napoli pareggiando e perdendo più del dovuto contro le piccole. Colpa di Inzaghi, dell’atteggiamento mentale della squadra o di una panchina non all’altezza?
Il problema non ha trovato oggettiva soluzione nel corso dell’ultima stagione. Ma quest’anno, l’impressione è che la situazione potrebbe essere mutata. La squadra ha fatto tesoro delle brutte esperienze e ha affrontato Monza e Cagliari (le prime due sfide stagionali) con un piglio più deciso e con maggiore concentrazione.
Si è parlato di un problema di motivazione, di una rosa costruita male e poi di cattiva gestione dello spogliatoio. Lo stesso Marotta, la primavera scorsa, ammise che forse la squadra non era strutturata per lottare su tre fronti: i giocatori si sentivano più coinvolti nel percorso in Champions e, inconsciamente, mordevano il freno in campionato.
Le statistiche della scorsa stagione parlano chiaro. L’Inter ha concluso il campionato con tre pareggi e ben dodici sconfitte. Ciò significa che ha perso quasi un terzo dei match giocati in A.
Nella fase più delicata del campionato, i nerazzurri avevano affrontato Monza, Empoli, Sampdoria e Bologna, totalizzando solo 2 punti su 12 disponibili. Nessuna crisi di gioco o di forma. In mezzo a queste partite, infatti, l’Inter aveva comunque fornito prestazioni importanti contro il Porto, il Milan e il Napoli. Come spiegarsi dunque quei preoccupanti cali?
Punti persi contro le piccole: quest’anno l’Inter non può più fallire
La squadra non aveva forse la forza mentale e nervosa per affrontare con continuità di prestazioni il campionato. Oppure dipendeva dai ricambi, mai veramente incisivi. Gagliardini, Correa, Bellanova, de Vrij e D’Ambrosio hanno deluso. Lo stesso Romelu Lukaku, al ritorno dal lungo infortunio, è stato poco utile in quei giorni.
Quell’annata è passata e ora bisogna guardare al presente. Oggi, pare che Inzaghi sia già riuscito a individuare una terapia. Anche de Vrij, prima della sfida contro il Cagliari, ha ammesso che l’anno scorso qualcosa è andato storto: “Ci dobbiamo rendere conto, e ne parliamo spesso, che l’anno scorso abbiamo perso troppi punti con le piccole. Dobbiamo e vogliamo sempre vincere, oggi non sarà diverso“.
La prima sconfitta cocente nella scorsa stagione 2022-23 arrivò contro l’Udinese a metà settembre. I bianconeri vinsero in casa per 3-1. Tutti parlarono di un inciampo tollerabile, poco preoccupante. I risultati più critici arrivarono infatti dopo. Monza-Inter, finita 2-2, per esempio. Un pareggio maturato tre giorni dopo il capolavoro col Napoli, quando all’inizio del 2023 le sorti del campionato sembrano potersi riaprire.
Inzaghi, in quell’occasione, sbagliò i cambi. Lukaku, fuori forma, giocò da fermo. Dumfries, entrato al posto di Darmian, ma con la testa ancora in Qatar o già proiettata in Inghilterra, confezionò l’autogoal che buttò al vento due punti pesanti.
Stessa storia anche in Inter-Empoli, finita 0-1. Subito dopo il trionfo nel derby di Supercoppa, l’Inter andò in affanno contro una squadra molto meno attrezzata. Skriniar si rese protagonista di un rosso più che evitabile, palesando un chiaro problema di concentrazione. Lautaro, da poco tornato dai Mondiali da campione, sembrava ancora ubriaco.
Pance gonfie e rotazioni poco opportune
Da febbraio in poi, per l’Inter il fallire contro le piccole e le medie di Serie A divenne quasi una costante. Il 13 febbraio 2023 ci fu lo 0-0 con la modesta Sampdoria. Il pareggio arrivò dopo un altro derby vinto, questa volta in campionato. Nonostante 25 tiri in porta, l’Inter non riuscì a segnare. L’impressione era che i giocatori fossero sazi. Nessuno, tranne forse Barella e Acerbi, sembrava aver voglia di lottare.
A fine febbraio, Thiago Motta vinse in casa contro i nerazzurri per 1-0. Stavolta dopo la bella prova col Porto, arrivò il vero breakdown fisico (quello mentale, si era già presentato in più occasioni). Contro i bolognesi, fu di nuovo fu Lukaku a deludere. Erano i giorni funesti in cui Inzaghi rischiava sul serio di perdere la panchina.
Dopo pochi giorni l’altra mazzata: il 10 marzo lo Spezia vinse 2-1 contro l’Inter. Il 7 aprile fu la Salernitana a bloccare l’Inter sull’1-1, con il goal beffa di Candreva nel finale. E di nuovo fuorono le scelte di formazione di Inzaghi e quindi le riserve schierate in campo ad affondare la squadra. Su tutti Lukaku e Correa.
Da quel punto di vista, qualcosa è stato fatto. Quest’anno l’Inter potrà contare su una panchina più competitiva. Sanchez e Arnautovic, Carlos Augusto e Cuadrado, Frattesi e Asllani, Darmian e Bisseck, potranno sulla carta garantire più equilibrio e costanza di rendimento. E questa potrebbe essere la prima importante discriminante.
Il mercato ha offerto elementi utili. Ci sono giovani che hanno voglia di mettersi in mostra e giocatori esperti in grado di cambiare la partita (Sanchez e Cuadrado). Si spera che, in generale, ci più consapevolezza e voglia di vincere, anche grazie alla fiducia raccolta dopo la partecipazione alla finale di Champions. Inzaghi dovrà però impare a gestire meglio il turnover e i cambi. E dovrà motivare meglio la squadra.