Numeri a conferma della preziosità del centravanti argentino, su cui Inzaghi fa leva sia in campionato che in Champions League per il raggiungimento degli obiettivi stagionali dell’Inter
Lautaro Martinez è miglior marcatore dell’Inter in questa prima metà di stagione e miglior marcatore dell’intero campionato di Serie A. Non poteva esserci inizio migliore con la fascia al braccio da capitano ereditata da Samir Handanovic già nei mesi conclusivi della passata annata sportiva dopo la revoca a Milan Skriniar, che avrebbe lasciato l’Inter poco tempo dopo per accasarsi al PSG.
Il centravanti argentino vuol migliorare ancora il proprio score personale e questo dettaglio non è qualcosa che traspare soltanto dalle parole del ‘Toro’, ma anche in campo. I suoi compagni di squadra, infatti, lo cercano spesso. È un esempio lampante la disponibilità di Federico Dimarco nel piazzare cross su misura all’interno dell’area di rigore, alzando la testa e portando il suo sguardo a seguire il taglio profondo del proprio capitano alle spalle dei difensori avversari. E quando il gol arriva, Lautaro esulta come se avesse già vinto lo Scudetto. Presto a dirsi, ma quello è il vero unico obiettivo del centravanti nerazzurro. Un obiettivo condiviso da tutti al quale vuol partecipare attivamente.
Con Lautaro in campo l’Inter è letale in attacco, i numeri confermano il trend positivo della sua presenza
Ma quando Lautaro non è presente in campo, molto cambia. Nell’ultima uscita stagionale in Champions League, il calciatore ha preso parte alla sfida contro la Real Sociedad soltanto nei minuti finali al posto di Alexis Sanchez nella speranza di poter spezzare gli equilibri fino a quel momento maturati per l’incapacità dell’attacco nerazzurro di bucare una difesa spagnola ben attenta e forte nel pressing.
Alla lista di inadempienze dell’attacco nerazzurro privo di Lautaro si aggiungono anche le altre sfide contro Salernitana, Salisburgo e Benfica. Senza di lui sono state soltanto 8 le conclusioni a rete, ma nessuna messa a segno. Al contrario, nel momento in cui è subentrato ha svoltato tutto. Nella prima sfida in trasferta, 6 tiri e 4 reti in soli 35 minuti di gioco. Nella seconda, 6 tiri in 22 minuti laddove la squadra ne aveva prodotti 11 nei 68 minuti restanti. A Lisbona, invece, 3 tiri di Lautaro in 11 minuti in confronto agli 11 tiri nei 79 minuti restanti.
Una macchina creatrice di occasioni, per lo più sfruttate. Insomma, questa Inter dipende molto dalle prestazioni del proprio calciatore e Inzaghi lo sa bene. Certe volte ha bisogno di fare turnover per non fargli pesare l’intero carico offensivo della squadra e sovraffaticarlo in vista di partite importanti. Come quella contro la Lazio. Ma Lautaro serve eccome. E servirà anche in futuro.