Zhang ha un asso nella manica? Ecco come il presidente cinese intende risolvere la delicata situazione debitoria dell’Inter
Salvo sorprese dell’ultimo minuto, il presidente nerazzurro Steven Zhang non tornerà in Italia per festeggiare lo Scudetto, mentre si continua a parlare dell’imminente scadenza del prestito concesso con il fondo californiano Oaktree. Secondo il Corriere dello Sport, Zhang non si è arreso e potrebbe avere un asso nella manica.
Ieri, come vi abbiamo spiegato, c’è stata una nuova udienza a Milano per la richiesta, partita dalla China Construction Bank, di poter pignorare gli stipendi mai versati dall’Inter a Zhang in qualità di presidente del club. In pratica, la potente China Construction Bank ha chiesto al tribunale italiano il riconoscimento di una sentenza di Hong Kong.
La sentenza è quella in cui è il presidente dell’Inter è stato condannato a risarcire la banca d’affari asiatica. Secondo le stime della China Construction Bank, Zhang, che non ha nessun bene registrato in Italia, avrebbe dovuto percepire circa 900 milioni all’anno dall’Inter, come stipendio. E l’obiettivo è quello di avere il via libera per pignorare questa somma.
All’Inter interessa relativamente, dato che le quote del club non possono essere aggredite. L’unica cosa che la China Construction Back potrebbe ottenere sono gli utili sotto forma di stipendio che l’Inter non ha mai corrisposto al proprio presidente.
Nulla di strano. Lo stipendio al presidente non è un pagamento previsto dalla storia del club e tale voce non è mai entrata nello statuto societario. Al club interessa di più un altro debito: quello con Oaktree, dato che le quote societarie rappresentano la garanzia di quel maxi-prestito da 275 milioni che scadrà a maggio e che Zhang sta provando a rifinanziare.
Zhang ha un asso nella manica: progetto rifinanziamento
L’Inter appartiene a Suning che ha investito su Evergrande, il gruppo immobiliare cinese che ha debiti in tutto il mondo per 340 miliardi di dollari. Fra i creditori di Evergrande c’è anche il gruppo Suning della famiglia Zhang.
E sembra che il Governo cinese abbia deciso di supportare in tutti i modi il gruppo Suning, per aiutarlo a rimettersi in piedi.Questa sarebbe insomma la sicurezza cui sono aggrappati Zhang padre e figlio. Il gruppo Suning spera di poter sfruttare il sostegno politico cinese anche per tenersi l’Inter, anche se il Governo non vede più di buon occhio i grandi investimenti in società sportive straniere.
Il Corriere dello Sport crede che Zhang, nonostante il grande attaccamento all’Inter e all’intenzione di superare il momento di difficoltà, sia quindi ormai lontano dal mondo nerazzurro. E, anche se il presidente è tornato a farsi vivo sui social con un messaggio di soddisfazione dopo il 2-1 di Udine, la lontananza è sempre più manifesta.
Sacchi contro l’Inter: “Vincere facendo debiti significa barare“
Zhang giocherà a carte scoperte solo pochi giorni prima della scadenza del prestito di Oaktree. Si punta a ottenere una dilazione, al massimo di un altro anno. Oaktree avrebbe già lasciato intendere che concederà il rifinanziamento solo in ottica di garanzia di ingresso di nuove capitali. Zhang potrebbe però tirar fuori 300 milioni e forse più per coprire gran parte del debito.
Intanto, il solito Arrigo Sacchi è tornato a criticare l’Inter, affermando che vincere facendo debiti significa barare. Sì, ce l’ha con Zhang e con l’Inter. In occasione della presentazione del libro Il realista visionario, l’ex allenatore del Milan ha dichiarato che in Italia “c’è una tendenza ad arrivare all’obiettivo da furbi”. E secondo Sacchi bisogna evitare di continuare a perpetrare tali strategie, altrimenti il calcio italiano continuerà a vivere in perenne crisi.
Che rispondere a Sacchi? Davvero vale la pena ricordargli che emettere un bond non è barare? Che trovare finanziamenti e fare debiti o concordare pagamenti posticipati non è barare. Forse gli basterà questo: l’Inter non ha vinto tutte queste partite con i debiti, ma con il gioco.