Continua il toto allenatore in casa nerazzurra in caso di addio a Simone Inzaghi. Da Marotta e Ausilio a Zanetti e Baccin: è tempo di riflessioni
La finale di Champions League persa in malo modo contro il Paris Saint-Germain ha minato tante certezze in casa Inter. In primo luogo la posizione dell’allenatore Simone Inzaghi, che ha deciso di andare via dicendo sì all’Al-Hilal: dovendo fare un bilancio complessivo, la dirigenza riteneva comunque positivo il quadriennio con il tecnico piacentino in panchina.
Senza dubbio in Italia poteva arrivare qualche risultato in più, ma considerato il materiale che gli era stato messo a disposizione, bisogna ammettere che a livello internazionale ha fatto un mezzo miracolo.
Oggi, tuttavia, è più facile vedere e sottolineare i limiti dell’ex allenatore della Lazio. Non è un mistero che tanti tifosi interisti siano scesi dal carro di Inzaghi dopo la batosta di Monaco di Baviera. Ora bisogna capire chi sostituirà Inzaghi: a prescindere dal Mondiale per Club che inizierà a brevissimo, c’è da programmare la prossima stagione.
In prima fila per la panchina ci sono Fabregas, De Zerbi e Chivu. Per quanto riguarda quest’ultimo, si tratterebbe di un ritorno dopo aver vinto lo scudetto con la Primavera, ma c’è una rivelazione fatta dal giornalista sportivo Stefano Agresti a ‘Radio Radio’: “Mi dicono che Chivu non si sia lasciato benissimo con una parte del club. Se ne è andato in rapporti non così buoni con una parte dell’Inter che dal punto di vista tecnico ha un peso”.
Inter, il consiglio di Orsi a Inzaghi: “Prenditi un anno sabbatico”
Sulla stessa emittente, per parlare del futuro di Simone Inzaghi, è intervenuto anche l’ex portiere ed ex allenatore Fernando Orsi: “Inzaghi è stato all’Inter quattro anni, ha fatto il suo percorso e penso che abbia portato qualcosa ai nerazzurri, a livello economico tanto con le due finali di Champions League. La differenza è che con l’1-0 col Manchester City è sembrata una vittoria, quella con il Psg è stata una disfatta…”.
“Non penso che andare in Arabia sia scappare: è un percorso che a me non piace, specie quando sei così giovane. Non so quanti calciatori sono tornati dal campionato saudita, credo pochi. O torni l’anno dopo o se resti lì 2-3 stagioni poi ti abitui ad altri ritmi. È bello e guadagni un sacco di soldi, ma è difficile imparare qualcosa: se sarà così, è una scelta che va rispettata”.