Inzaghi ha ceduto al potere dei soldi, ma non sono tutti come lui

La scelta di Simone Inzaghi è ormai presa e fa parte del passato dell’Inter: i soldi hanno fatto la differenza, ma la sua direzione non è quella di tutti

La vita è fatta di scelte, nel privato come nella carriera, e Simone Inzaghi ne ha preso una molto importante nelle ultime settimane, forse negli ultimi due mesi. Il tecnico di Piacenza ha deciso ufficialmente di interrompere la sua avventura all’Inter dopo la finale persa contro il PSG, ha salutato e ha accettato l’offerta dall’Arabia Saudita, firmando un contratto da 52 milioni di euro netti a stagione per due anni, con opzione per il terzo.

Inzaghi saluta
Inzaghi se ne va da perdente e non è detto che torni (LaPresse) – interlive.it

La cifra è da capogiro, le motivazioni sono anche altre rispetto alle sole finanze, ma resta un dato di fatto: il potere dei soldi si è impossessato del Demone, considerato uno dei migliori al mondo fino a pochi giorni fa. La maxi offerta, tenendo da parte discorsi moralisti che nel calcio ormai durano il tempo di un calcio di rigore, porterà a un percorso di carriera molto diverso per lui.

L’Inter dà e riceve visibilità europea, gioca la Champions League, vince titoli, è osservata, studiata e chiacchierata in tutto il mondo. Semplicemente trasuda identità calcistica, quella che l’Arabia non può acquistare neanche con i milioni, i calciatori e gli allenatori che riesce a ingaggiare.

Inzaghi e i nodi dell’Arabia: ritorno incerto e un calcio diverso

Sembra quasi superfluo sottolineare che, sotto il profilo puramente calcistico è tutt’altra cosa. Se vi è capitato di vedere un’intera partita della Saudi League lo sapete bene, oltre i vari Ronaldo, Kessie e Benzema che hanno fatto la scelta di svernare lì, fuori dall’Europa e ai confini del calcio.

Inzaghi con la Champions
I soldi restano la motivazione principale per andare in Arabia (LaPresse) – interlive.it

Inzaghi è ancora giovane, per carità potrà tornare tra 2-3 anni nell’universo del pallone che conta, ma la sua presa di posizione sa quasi di anno sabbatico molto ben retribuito. E chissà cosa avrà pensato sentendo che il suo nuovo club l’ha scambiato per il fratello nel video di presentazione dopo la firma. I soldi non possono far scendere tutto per il gargarozzo e soprattutto non regalano ambizioni e ammirazione, neanche una carriera ai massimi livelli, quella devi meritarla sul campo e quando conta.

E poi tornare non è sempre così facile, basti pensare a Mancini, Milinkovic e tanti interpreti del calcio italiano che sono rimasti nelle loro vasche dorate a leggere degli altri. Ma non sono tutti come Inzaghi: Bastoni e Barella hanno subito risposto “no, grazie”. Ora lo sta facendo anche Theo Hernandez, e chissà cosa farà Osimhen, che già nella scorsa stagione aveva rifiutato l’opportunità. Perché c’è anche un calcio meno remunerativo, ma vero e passionale, che deve comunque avere la priorità.

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